Roma , martedì, 20. ottobre, 2020 16:43 (ACI Stampa).
“Salva te stesso”. È quello che viene detto a Gesù, quando si trova sulla croce. Mettendo in scena, sul Calvario, “il grande duello tra Dio venuto a salvarci e l’uomo che vuole salvare se stesso. Tra la fede in Dio e il culto dell’io. Tra l’uomo che accusa e Dio che scusa”. Papa Francesco parte dal brano della Passione per riflettere sulla necessità di unità. Una necessità che nasce proprio nel momento in cui Gesù, invece di salvare se stesso, decide di salvare l’umanità.
Basilica di Santa Maria in Ara Coeli. È lì che Papa Francesco prega con i cristiani, in quello che è una parte del programma dell’incontro internazionale per la pace di Sant’Egidio, il cui tema quest’anno è “Nessuno si salva da solo”. Nello spirito di Assisi, le grandi confessioni del mondo pregano prima in luoghi diversi: gli ebrei sono in Sinagoga, i Musulmani in Sala Rossa, i buddisti nell’ex chiesa di Santa Rita, i sikh nel convento dei Francescani, dove sono anche gli indù.
I cristiani sono nella grande basilica a fianco il campidoglio. Con Papa Francesco, anche il patriarca ecumenico Bartolomeo, che più tardi parlerà a conclusione dell’evento, ma anche il vescovo Heinrich, presidente del Consiglio della Chiesa evangelica di Germania, mentre manca il primate anglicano Justin Welby, costretto a non partire a causa dalla pandemia.
Papa Francesco centra la sua riflessione sul “Salva te stesso” indirizzato a Gesù sulla croce, mentre questi “vive il momento più alto del dolore e dell’amore”, mostrando “una tentazione cruciale, che insidia tutti”.
I primi che parlano sono quelli che “passavano di là”, che “non avevano compassione, ma voglia di miracoli, di vederlo scendere dalla croce”, e che rappresentano anche noi che a volte “preferiremmo un Dio spettacolare anziché compassionevole, un dio potente agli occhi del mondo, che s’impone con la forza e che sbaraglia chi ci vuole male”.