Roma , mercoledì, 14. ottobre, 2020 18:00 (ACI Stampa).
“Fratelli tutti, scriveva san Francesco d’Assisi per rivolgersi a tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro una forma di vita dal sapore di Vangelo. Tra i suoi consigli voglio evidenziarne uno, nel quale invita a un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio. Qui egli dichiara beato colui che ama l’altro ‘quando fosse lontano da lui, quanto se fosse accanto a lui’. Con queste poche e semplici parole ha spiegato l’essenziale di una fraternità aperta, che permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo del mondo dove è nata o dove abita”: così inizia l’enciclica di papa Francesco, ‘Fratres omnes’, dedicata alla fraternità ed all’amicizia sociale.
Partendo da questo incipit a padre Pietro Messa, docente di storia del francescanesimo alla Facoltà di Teologia della Pontifica Università Antonianum di Roma, abbiamo chiesto di spiegarci il titolo dell’enciclica: “Nella crisi sanitaria, economica e sociale attuale papa Francesco richiama al fatto che si è tutti fratelli e quindi la via per una vita in pienezza, sia a livello personale che comunitario, è prendersi cura gli uni degli altri. Una realtà tanto semplice e importante quanto disattesa con conseguenze disastrose. Basti pensare che una percentuale minima della popolazione detiene la stragrande maggioranza delle ricchezze e viceversa”.
Allora cosa era la fraternità per san Francesco?
“Il pensiero e spiritualità di Francesco d’Assisi è essenzialmente un cristocentrismo trinitario, ossia Gesù Cristo che rivela il Padre. Di conseguenza ogni uomo e donna hanno la dignità di figli e quindi fratelli tra loro. Lo Spirito Santo dà la capacità non solo di vedere chi ci sta accanto ma anche di vedere più profondamente, ossia credere, che quello è un fratello di cui prendersi cura come una madre che nutre e sostiene il proprio figlio. Quindi la fraternità per frate Francesco è una questione di fede, cioè avere un occhio penetrante (Libro dei Numeri, 24) e profetico (‘Francesco profeta. La costruzione di un carisma’, Roma 2020) sulla realtà”.
In ‘Opposizione polare’ il teologo Romano Guardini scriveva: ‘L’unità non consiste nell’esistenza, poniamo, giustapposta dei due opposti, nel loro essere (solo) legati fra loro. Si tratta di reale unità, talmente stretta e intima che nessuna delle comparti può esistere o essere pensata senza l’altra. Ognuna coesiste, non solo, ma insiste nell’altra. Proprio questa è l’unità vivente’. Quale nuova cultura ‘francescana’ propone il Papa?