Città del Vaticano , lunedì, 12. ottobre, 2020 18:00 (ACI Stampa).
“Il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità. In questa preghiera ripetiamo molte volte le parole che la Vergine Maria udì dall’Arcangelo e dalla sua parente Elisabetta. A queste parole si associa tutta la Chiesa”. Era il 29 ottobre del 1978 quando Giovanni Paolo II da poco eletto al Soglio di Pietro prima della preghiera dell’Angelus ricordava ai presenti questa sua predilezione.
Il Papa find a giovane ha sempre avuto nel Rosario una consolazione speciale. Lo ha ricordato anche nella sua Lettera Apostolica del 16 ottobre del 2002 Rosarium Virginis Mariae: “ Fin dai miei anni giovanili questa preghiera ha avuto un posto importante nella mia vita spirituale. Me lo ha ricordato con forza il mio recente viaggio in Polonia, e soprattutto la visita al Santuario di Kalwaria. Il Rosario mi ha accompagnato nei momenti della gioia e in quelli della prova. Ad esso ho consegnato tante preoccupazioni, in esso ho trovato sempre conforto”.
Una preghiera che il Papa lega anche in modo speciale al Concilio Vaticano II. “Si può dire che il Rosario - diceva sempre all’ Angelus del 1978- è, in certo modo, un commento-preghiera dell’ultimo capitolo della Costituzione Lumen Gentium del Vaticano II, capitolo che tratta della mirabile presenza della Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa. Difatti, sullo sfondo delle parole “Ave, Maria”, passano davanti agli occhi dell’anima i principali episodi della vita di Gesù Cristo. Essi si compongono nell’insieme dei misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi, e ci mettono in comunione viva con Gesù attraverso – potremmo dire – il Cuore della sua Madre. Nello stesso tempo il nostro cuore può racchiudere in queste decine del Rosario tutti i fatti che compongono la vita dell’individuo, della famiglia, della nazione, della Chiesa e dell’umanità. Vicende personali e quelle del prossimo, e in modo particolare di coloro che ci sono più vicini, che ci stanno più a cuore. Così la semplice preghiera del Rosario batte il ritmo della vita umana”.
I riferimenti al Rosario nel Magistero di Giovanni Paolo II sono troppi per essere ricordati tutti. E tante sono anche le occasioni nelle quali una recita del Rosario era una delle tappe più significative di un viaggio internazionale. Magari in un santuario mariano speciale dall’altra parte del mondo.
Ma la summa dell’insegnamento del Papa sul Rosario è tutta nella Lettera del 2002, tanto che scelse di dedicare un anno intero a questa preghiera e di aggiungere in modo ufficiale i Misteri della Luce a quelli tradizionali.