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San Giovanni Paolo II: patrono di un angolo della terra di Calabria

Il Sindaco, Stanislao Martire ci spiega il perchè

Il sindaco Stanislao Martire  |  | Comune Casali del Manco
Il sindaco Stanislao Martire | Comune Casali del Manco
Il Consiglio e la Giunta  |  | Comune Casali del Manco
Il Consiglio e la Giunta | Comune Casali del Manco

Nel 2020 celebriamo il centenario della nascita di San Giovanni Paolo II e il 15° anniversario della sua morte. In coincidenza di questi anniversari importanti l’arcivescovo Stanisław Gądecki, presidente della Conferenza Episcopale Polacca, a nome di tutti i vescovi del Paese si è rivolto a Papa Francesco per proclamare San Giovanni Paolo II dottore della Chiesa e patrono d’Europa.

E c’è un comune in Italia che, senza aspettare che la Chiesa proclami Giovanni Paolo II patrono d’Europa, ha già scelto il Santo Pontefice come suo patrono. Si tratta di Casali del Manco, giovanissimo comune nato il 5 maggio 2017 mediante la fusione dei comuni di Spezzano Piccolo, Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace e Trenta. Uno dei comuni più grandi della Calabria con l’estensione di 167 chilometri quadrati, con più di 10 mila abitanti, che confina con la città di Cosenza e sale sulla Sila all’interno del Parco Nazionale di Sila. Di questa storica decisione ho parlato con il suo sindaco, Stanislao Martire.

Il vostro comune è composto da più paesi che hanno una loro lunga tradizione e anche i loro “vecchi” patroni. Come si è arrivato a scegliere Giovanni Paolo II come patrono del comune di Casali del Manco?

Con la nascita del nuovo comune dovevamo preparare un nuovo statuto, un nuovo stemma e gonfalone. Allora si è pensato di scegliere anche un santo patrono per la nuova comunità.

Chi ha preso la decisione circa il nuovo patrono?

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Si sono riuniti nove sacerdoti presenti sul nostro territorio, tra cui i parroci di Casali del Manco: mons. Giovanni Citrigno, Vicario Generale (parrocchia Sant’Agostino - Morelli), don Antonio Riccio (parrocchia Santa Maria Assunta - Spezzano Piccolo), don Francesco Guagliani (parrocchia Santa Marina - Casole Bruzio), don Francesco Castiglione (parrocchia Santi Pietro e Paolo - Pedace) e don Francesco Iaquinta (parrocchia San Donato - Serra Pedace), più il parroco di Lorica e di Silvana Mansio. Tutti quanti all’unanimità hanno scelto come protettore un santo dei tempi nostri, san Giovanni Paolo II, comunicando la loro decisione al Comune.

E che cosa doveva fare il Comune?

Abbiamo convocato un apposito consiglio comunale dove anche all’unanimità, per acclamazione, si è deciso di dare come nostro protettore san Giovanni Paolo II. Per questa occasione abbiamo invitato alla seduta del consiglio, altre ai sacerdoti, anche l’arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano, S.E. Mons. Francescantonio Nolè. Questa scelta è stata accolta con grande gioia non soltanto dalla comunità religiosa ma anche civile. Da quel giorno in poi il nuovo santo protettore della nostra nuova comunità è san Giovanni Paolo II.

Voi, come autorità civili, avete fatto il vostro dovere. Invece cosa spetterà adesso alle autorità ecclesiali?

Per quanto riguarda la Chiesa, l’arcivescovo Nolè insieme ai parroci, dovranno stabilire le cose che riguardano il culto. Per esempio, dove ubicare le icone di san Giovanni Paolo II o la sua statua. Il giorno festivo sarà il 22 ottobre e quel giorno gli uffici e le scuole del nostro comune resteranno chiuse.   

Come i cittadini hanno reagito alla scelta del santo protettore dei “nostri tempi” (è morto “soltanto” 15 anni fa), il Papa che tanta gente ha conosciuto e magari ha potuto incontrare?

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E’ vero, tanti nostri cittadini hanno potuto incontrarlo durante le varie udienze in Vaticano, tanti, compreso me, sono andati a rendergli omaggio dopo la morte. Non c’è stata una persona che ci abbia criticato per la scelta. Ovviamente si tratta di un “valore aggiunto” per la nostra allargata comunità che non cancella il culto locale dei paesi, come quello di san Donato a Serra Pedace.    

L’Episcopato polacco ha proposto di proclamare Giovanni Paolo II, santo co-patrono dell’Europa. Voi avete in certo modo anticipato l’Europa…

Ci fa piacere che siamo stati “apripista” per il resto dell’Europa. Aspetteremo con gioia tale proclamazione, pregando che possa avvenire. Per noi sarebbe un motivo di orgoglio perché abbiamo visto lontano e abbiamo fatto la scelta giusta. In ogni caso, il nostro comune, un piccolo e remoto angolo del nostro continente, è già posto sotto la protezione di san Giovanni Paolo II, possiamo servire da esempio. 

 

L’intervista in polacco è stata pubblicata sul sito del settimanale “Niedziela”