Città del Vaticano , domenica, 11. ottobre, 2020 12:28 (ACI Stampa).
“Con il racconto della parabola del banchetto nuziale” si definisce “il progetto che Dio ha pensato per l'umanità, e la storia del re che fece una festa di nozze per il suo figlio è immagine del Padre che ha predisposto per tutta la famiglia umana una meravigliosa festa di amore e di comunione intorno al suo Figlio Unigenito”. Lo ha detto il Papa introducendo stamane la preghiera dell’Angelus.
“Per due volte – ha spiegato Francesco - il re manda i suoi servi a chiamare gli invitati, ma questi rifiuta non vogliono andare alla festa perché hanno altro a cui pensare: tante volte noi anteponiamo i nostri interessi e le cose materiali al Signore che ci chiama a una festa, ma il re della parabola non vuole che la sala resti vuota perché desidera donare i tesori del suo regno, allora dice ai servi: andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete chiamateli. Così si comporta Dio quando è rifiutato: invece di arrendersi rilancia e invia chiamare tutti quelli che si trovano ai crocicchi delle strade senza escludere nessuno. Nessuno è escluso dalla casa di Dio”.
Dio si rivolge agli “esclusi” a “quelli che sono fuori, a coloro che non erano mai sembrati degni di partecipare a una festa. Anzi – ha aggiunto il Papa - il re dice ai messaggeri, chiamate tutti buoni e cattivi e Dio chiama i cattivi. Dio non ha paura nella nostra anima ferita, di tante cattiverie perché ci ama, ci invita e la Chiesa proprio è chiamata a raggiungere i crocicchi odierni cioè le periferie geografiche ed esistenziali dell’umanità, quei luoghi ai margini, quelle situazioni in cui si trovano accampati e vivono brandelli di umanità senza speranza. Si tratta di non adagiarsi sui comodi abituali modi di evangelizzazione e di testimonianza della carità ma di aprire le porte del nostro cuore e delle nostre comunità a tutti perché il Vangelo non è riservato ai pochi eletti, anche quanti stanno al margini, perfino coloro che sono respinti, coloro che sono disprezzati dalla società sono considerati da Dio degni del suo amore”.
Tuttavia – ha concluso il Pontefice – “il Signore pone una condizione: indossare l'abito nunziale: quando la sala è piena arriva il re saluta gli invitati dell'ultima ora ma vede uno di loro senza l'abito nuziale, quella specie di mantellina che all'entrata ciascun invitato riceva in dono. Quel tale che non l'aveva, aveva rifiutato quel dono, quel regalo gratuito e si è auto escluso così il re non può fare altro che gettano fuori perché perché non accettava il dono, perché la chiamata di Gesù è un dono. Dio ci dona gratuitamente la grazia, l'invito di Dio è una grazia e senza grazia tu non puoi far fare un passo nella vita cristiana, tutto è grazia e non basta accettare l'invito a seguire il Signore, occorre essere disponibili a un cammino di conversione che cambia il cuore”.
Recitato l’Angelus il Papa ha espresso vicinanza “alle popolazioni colpite dagli incendi che stanno devastando tante regioni del pianeta nonché ai volontari e ai vigili del fuoco che rischiano la vita per estinguere i roghi” in California, Paraguay, Argentina. “Molti incendi sono causati dalla persistente siccità ma non mancano quelli provocati dall'uomo. Il Signore sostenga quanti stanno soffrendo le conseguenze di queste catastrofi e ci renda attenti a preservare la creazione”.