Roma , sabato, 10. ottobre, 2020 10:00 (ACI Stampa).
Sabato scorso la firma ad Assisi e domenica la diffusione. Si tratta della terza enciclica di papa Francesco, “Fratelli tutti”. Otto capitoli, 287 paragrafi e due preghiere.
Un documento che ha ricevuto diversi commenti e riflessioni nel mondo dei movimenti ecclesiali e dell’ associazionismo cattolico. Un orizzonte che apre il cammino dice la Conferenza Episcopale Italiana che, attraverso il presidente, card. Gualtiero Bassetti, esprime “gratitudine” al Papa per il “dono” dell’ Enciclica: “in questo tempo inedito a causa della pandemia, l’insegnamento di papa Francesco continua a tracciare una strada ben precisa e percorribile da tutti gli uomini di buona volontà”, sottolinea il porporato evidenziando che la nuova Enciclica s’inserisce nel solco di una riflessione già enunciata fin dall’inizio del Pontificato e “progressivamente declinata in gesti e parole in questi anni”.
“Fratelli tutti - ha detto presentando l’enciclica in Vaticano il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, - traccia una via semplice ed essenziale a noi spaesati: la fraternità”. Riccardi si è soffermato in particolare su quella che ha definito “la lacerazione più grave, che sa di morte: la guerra”. “Dopo i tempi del cielo grigio della pandemia - ha concluso il fondatore della comunità romana - questa enciclica apre un orizzonte di speranza: divenire sorelle e fratelli tutti. Sorge un sogno per cui vivere e lottare anche a mani nude”.
“Credo che la fraternità sia il bisogno più grande dell’umanità di oggi ed il Papa ha saputo farsene eco con la sua Enciclica” scrive la presidente del Movimento dei Focolari, Maria Voce sul Sir: “in essa ci invita infatti a metterci insieme per cercare la risposta a questo bisogno e ‘far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità’. Questa chiamata alla fraternità per noi del Movimento dei Focolari è la chiamata al che tutti siano uno, all’unità, e cioè a fare in modo che sulla terra si viva come in cielo, come – lasciatemelo dire – nella Trinità – dove l’unità e la distinzione coesistono, dove ogni persona rispetta l’altra, ogni persona fa spazio all’altra, ogni persona cerca di fare emergere l’altro, ognuno cerca in un certo modo di perdere se stesso fino in fondo, perché l’altro possa esprimersi completamente”. L’Enciclica – ha detto il presidente nazionale del Rinnovamento dello Spirito, Salvatore Martinez - è “venata di speranza cristiana, interpella l’offerta di un nuovo amore per l’uomo, per la sua dignità inalienabile, non commerciabile o cantierabile dentro disegni opposti al volere divino, sempre integrale e trascendente. Un amore grande, che supera barriere e confini, che non può essere in recessione perché non è in crisi lo Spirito Santo, la Sua effusione di risorse vitali, che abitano nel cuore di ogni uomo, di ogni razza, fede e cultura, e rendono possibile e praticabile la parola fraternità”. Per Martinez “i giovani possono, devono essere i nuovi interpreti di una stagione d’incontro, di dialogo e di convivenza pacifica tra i popoli, i nuovi protagonisti della tutela delle nostre comunità. I giovani devono essere gli interlocutori privilegiati della nostra azione politica e culturale a tutela delle comunità religiose e della libertà di professare la fede. Un’azione verso la quale l’Italia e l’Europa sono naturalmente portate, nonostante tutti i tradimenti di memoria e d’identità cristiana, alla luce della nobile tradizione di promozione e di difesa della persona umana che ancora contraddistingue la nostra cultura umana, quell’umanesimo spirituale generato dal Cristianesimo”.
Un documento di “straordinaria importanza” lo definisce mons. Claudio Giuliodori, vescovo assistente ecclesiastico generale dell’ Università Cattolica del Sacri Cuore che prende “spunto dall’espressione tipica utilizzata da san Francesco quando si rivolgeva ai suoi fratelli, ma anche alla popolazione, dicendo appunto “fratelli tutti’, perché tutti siamo figli dello stesso padre e tutti dobbiamo riconoscerci fratelli e vivere da fratelli. Se non viviamo da fratelli tutto rischia di essere distrutto: l’ambiente, le relazioni, la politica, l’economia con un prezzo altissimo soprattutto di emarginazione, di ingiustizia, di scarto”.