Città del Vaticano , venerdì, 2. ottobre, 2020 12:00 (ACI Stampa).
"L’odierna giornata mi offre l’opportunità di richiamare l’illustre passato del vostro Corpo. Il pensiero va, in particolare, al Sacco di Roma, che vide le guardie svizzere difendere coraggiosamente il Papa, fino a dare la vita. La memoria di quell’evento possa evocare in voi i pericolo di un saccheggio spirituale. Nell’attuale contesto sociale, molti giovani corrono il rischio di farsi spogliare l’anima, quando seguono ideali e stili di vita che rispondono solo a desideri o bisogni materiali". Papa Francesco accoglie con parole di stima e speranza le nuove reclute della Guardia Svizzera Pontificia accompagnate dai genitori.
Una data insolita per il giuramento della Guardia Svizzera Pontificia, ma l'emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di covid-19 ha consigliato al Comando lo scorso 6 maggio di rimandare al 4 ottobre l’appuntamento annuale.
"Il mio augurio è che la vostra permanenza a Roma costituisca un tempo favorevole per utilizzare al meglio quanto di positivo questa città vi offre. Essa è ricca di storia, di cultura e di fede; cogliete pertanto le opportunità che vi sono offerte per potenziare il vostro bagaglio culturale, linguistico e spirituale. Il tempo che trascorrerete qui è un momento unico nella vostra esistenza: possiate viverlo con spirito di fraternità, aiutandovi gli uni gli altri a condurre una vita ricca di senso e gioiosamente cristiana", dice il Papa alle nuove reclute.
Il Pontefice continua: "Il giuramento che farete dopodomani sia anche una attestazione di fedeltà alla vostra vocazione battesimale, cioè a Cristo, che vi chiama ad essere uomini e cristiani, protagonisti della vostra esistenza. Con il suo aiuto e con la forza dello Spirito Santo, affronterete serenamente gli ostacoli e le sfide della vita. Non dimenticate che il Signore è sempre al vostro fianco: vi auguro di cuore di avvertirne sempre la consolante presenza".
Francesco conclude con un sentito ringraziamento a tutto il Corpo delle Guardie Svizzere. "Vi ringrazio non solo per quello che fate – che è tanto! – ma anche per come lo fate. Santa Teresa di Calcutta diceva che alla fine della vita non saremo giudicati per quante cose avremo fatto, ma per quanto amore avremo messo in quelle cose", chiude il discorso il Papa.