Città del Vaticano , giovedì, 1. ottobre, 2020 14:00 (ACI Stampa).
“A volte, sembra che la verità della nostra fede sia percepita come una minaccia”, sottolinea il Cardinale Rainer Woelki, arcivescovo di Colonia. E fa eco il Cardinale Luis Ladaria, prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede: “All’inizio del cristianesimo non c’è una decisione etica o una grande idea, ma l’incontro con Gesù Cristo”.
Per entrambi, il punto di partenza è la Dei Verbum, la costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II sulla Divina Rivelazione, e soprattutto il commento di Joseph Ratzinger. L’occasione è il Ratzinger Schuelerkreis, il simposio di ex studenti di Benedetto XVI che si è tenuto in forma pubblica lo scorso 26 settembre. L’opportunità è quella di guardare anche al presente della Chiesa, ma in maniera critica.
C’è, nella relazione del Cardinale Woelki, un “convitato di pietra”: quel percorso sinodale cominciato in Germania, con l’obiettivo di trovare nuove forme di dottrina su donne e omosessualità, e alle cui conclusioni lui più volte si è opposto.
Il peggior risultato di questo cammino, ha detto il Cardinale, sarebbe “se portasse alla divisione, e quindi fuori dalla Chiesa, fuori dalla comunione della Chiesa”, favorendo la costituzione di “qualcosa come la Chiesa nazionale tedesca”, e per questo il miglior risultato sarebbe avviare una vera riforma.
In particolare, il Cardinale Woelki si sofferma su alcune affermazioni del testo di lavoro, e in particolare a quello “Le donne nei ministeri e negli uffici nella Chiesa”, in cui viene sottolineato che “la loro diversità si è sviluppata non da ultimo a causa delle necessità e dei bisogni pastorali” e che per questo “occorre esaminare quali nuovi ministeri e uffici devono essere progettati”.