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Tribunale Vaticano, Papa Francesco nomina un promotore di giustizia applicato

È l’avvocato Gianluca Perone, dall’università di Tor Vergata, e va ad integrare il collegio giudicante della Cassazione

Ginaluca Perone | Gianluca Perone, nuovo promotore di Giustizia applicato  | materia legale - pd Ginaluca Perone | Gianluca Perone, nuovo promotore di Giustizia applicato | materia legale - pd

Con la nuova legge dell’ordinamento dello Stato di Città del Vaticano promulgata lo scorso 16 marzo con un motu proprio, Papa Francesco aveva anche previsto di poter nominare dei “promotori di Giustizia applicati” in aggiunta ai magistrati che già operano nel collegio del promotore di Giustizia. Oggi, ha nominato il primo promotore di Giustizia applicato: si tratta dell’avvocato Gianluca Perone, professore di Diritto Commerciale presso l’Università degli Studi di Roma.

Laureato alla Sapienza e dottorato a Tor Vergata, esperto di diritto societario, bancario, finanziario, concorsuale e di proprietà concorsuale, è anche componente del collegio dei docenti del Dottorato di Ricerca in Teoria dei Contratti, dei Servizi e dei Mercati nell’Università di Tor Vergata.

La nomina del promotore di giustizia applicato è per un triennio. Va ad aiutare l’ufficio del Promotore di Giustizia, composto dal promotore di giustizia e da due magistrati ordinari che hanno le funzioni del promotore di giustizia aggiunto.

La nomina di Perone risponde ad una esigenza, per i giudici vaticani, di “rimpolpare i ranghi” in vista di una grande mole di lavoro. La specifica competenza di Perone lascia pensare, soprattutto, alla necessità di avere un esperto che si possa occupare di reati finanziari.

La nomina arriva alla vigilia dell’arrivo in Vaticano degli ispettori di Moneyval, il Comitato del Consiglio d’Europa che valuta l’aderenza dei Paesi membri agli standard internazionali in materia di anti-riciclaggio e contrasto del terrorismo.

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La valutazione Moneyval del 2020, a differenza della precedente del 2012, si concentrerà sulla "effectiveness", cioè sull’efficacia del sistema antiriciclaggio, che – si leggeva al termine del rapporto 2017 – si valuta sulla base dei “risultati che sono raggiunti dalle azioni giudiziarie e dai tribunali”.

Nel 2016 è stata creata una sezione speciale contro i crimini economici e finanziari nell’ufficio del Promotore di Giustizia vaticano.  Secondo le cifre fornite all’inaugurazione dell’anno giudiziario vaticano del 2019, risulta che, al 2018,  in 6 anni sono state 27 le segnalazioni dell'AIF al Promotore di Giustizia dello Stato della Città del Vaticano con “ipotesi di violazione dell’art. 421 bis c.p” la norma antiriciclaggio. Nove sono stati archiviati e per 6 si è chiesta l’archiviazione. Segno che qualcosa si è mosso.

Nel periodo precedente al 2016 non risultano invece azioni benché la creazione del sistema antiriciclaggio vaticano risalga al 2011. Ora, la nomina di Perone potrebbe anche essere un segnale della volontà del Papa di permettere al Tribunale vaticano di far seguire più tempestivamente indagini alle segnalazioni dell’Autorità di Informazione Finanziaria vaticana.