San Gallo , lunedì, 28. settembre, 2020 12:30 (ACI Stampa).
Ripartire da quella che è stata il grande assente del tempo di pandemia: l’Eucarestia. I vescovi del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, riuniti per la prima volta on line dopo il necessario annullamento della plenaria a Praga per l’emergenza COVID, guardano al mondo dopo la pandemia sottolineando che è prima di tutto necessario tornare all’Eucarestia. Ci vuole, dicono, una fiducia riscoperta in Cristo, e quindi una solidarietà rinnovata, una rete tra persone che si aiutino l’un l’altro.
Si è chiusa il 26 settembre la plenaria del CCEE, che si è snodata in questi giorni con il messaggio del Papa e l’introduzione del presidente, il Cardinale Angelo Bagnasco, il quale è sottolineato che la religione “non è una sovrastruttura o un condizionamento”. Ed è, quello del ritorno a Cristo, un tema preponderante della presidenza Bagnasco, che si concluderà il prossimo anno con un grande evento per i cinquanta anni del CCEE a Roma, alla presenza del Papa.
A guardare indietro, questa plenaria si pone in perfetta continuità con le precedenti. Alla plenaria del 2019, a Santiago i vescovi conclusero che “la vera risposta alle domande di senso è Cristo”. Al termine di quella di Poznan del 2018
sottolinearono che “la cosa più decisiva è la fedeltà a Cristo”. A Minsk, nel 2017, i vescovi europei si impegnarono a far tornare la voce di Gesù in Europa.
Quello di quest’anno, al termine di una plenaria dedicata a “La Chiesa in Europa dopo la pandemia”, i presidenti delle Conferenze Episcopali di Europa si rivolgono a tutti, dalla Chiesa cattolica nel continente ai cristiani delle diverse confessioni, ai credenti di ogni religione, a tutti i cittadini europei. E lo fanno “sapendo di non avere una sapienza nostra da portare, ma la parola che Dio ha detto al mondo in Gesù Cristo, morto e risorto perché l’umanità avesse la vita eterna”.