Città del Vaticano , venerdì, 25. settembre, 2020 12:30 (ACI Stampa).
Chi è Benedetto XVI? È un professore che vive la teologia come una forma di evangelizzazione, che sa parlare al cuore delle persone e che è attento a ciascuno dei suoi studenti. La descrizione è fatta da padre Stephan Horn, salvatoriano, che di Joseph Ratzinger fu assistente ai tempi di Ratisbona e che poi ha coordinato gli incontri del Ratzinger Schuelerkreis, il circolo di ex studenti che si ritrova quest’anno a Roma, il 26 – 27 settembre, in una forma nuova che rende i giovani del Nuovo Schuelerkreis più protagonisti, ma con un tema che più ratzingeriano non si può: “La questione di Dio nelle sfide attuali”. Un tema – rivela padre Horn – che Benedetto XVI aveva scelto un paio di anni fa, riservandosi però di scegliere gli ottimi relatori. Poi, complice la mancanza di tempo, si era virato su temi più sicuri. Oggi, si torna a parlare di Dio, secondo i desideri del maestro che probabilmente non riusciranno a vedere quest’anno. Un maestro che ha ispirato un lavoro che va avanti ormai da quattro decenni. E padre Horn li ripercorre, passo dopo passo.
Cosa la colpì del professore Ratzinger?
Quando lui venne ad insegnare a Ratisbona, io avrei dovuto partire per Monaco per ottenere l’abilitazione. Il mio professore, però, mi disse che Ratzinger era una persona molto intelligente e molto buona. Andai da lui, che mi ricevette cordialmente. Il mio relatore di dottorato era il professore Michael Schmaus, che aveva idee contrapposte a quelle di Ratzinger. Nonostante questo, Ratzinger mi ha accettato senza difficoltà. Per il mio dottorato avevo fatto una ricerca su “Concilio di Trento. Fede e salvezza”, e abbiamo parlato di quello. Fu in quel momento che mi chiese se conoscevo Paul Hacker, indologo, protestante che poi era divenuto cattolico, un suo amico. Io avevo letto di Hacker, e abbiamo discusso un po’ e trovato una sintonia. Abbiamo ricordato insieme questo nostro primo incontro solo quaranta anni dopo. Ho capito in quel momento che era una grande figura. Fu un incontro veramente gentile, bello e scientifico.
Cosa colpiva di Benedetto XVI quando insegnava?
All’inizio del suo primo semestre a Ratisbona, il professor Ratzinger delineò per esempio uno scenario della situazione della cristologia negli ultimi decenni, spiegando tesi e contro tesi. Era affascinante e interessante. Parlava senza quasi vedere gli appunti. E quella lezione non è stata solamente una lezione di tipo scientifica. Ratzinger voleva toccare il cuore degli studenti. Ha saputo di averli conquistati, perché mentre parlava scese un grande silenzio. Successe anche a Bonn, all’inizio della sua carriera da insegnante. Era molto giovane, quasi dell’età degli studenti, ma quando arrivò in cattedra ci fu un grande silenzio.