Città del Vaticano , mercoledì, 23. settembre, 2020 14:00 (ACI Stampa).
Tre gruppi di lavoro, una pandemia a complicare le cose, ma anche la necessità di andare avanti nel lavoro di consulenza e di affiancamento delle Conferenze Episcopali per contrastare la piaga degli abusi: la Pontificia Commissione per la Protezione dei minori ha tenuto (parzialmente online e parzialmente in presenza) la sua plenaria dal 16 al 18 settembre.
È una plenaria che deve tenere in considerazione che il lavoro della Commissione è necessariamente colpito: a causa della pandemia, non è possibile viaggiare facilmente, è difficile andare in tutto il mondo a fare le conferenze, a spiegare alle conferenze episcopali in che modo implementare i suggerimenti vaticani per contrastare la lotta agli abusi.
Così, i membri della commissione hanno cominciato a valutare se parte delle loro attività di formazione potessero fatte online, e quale sarebbe stato l’impatto. Ma si è anche ragionato su come il lockdown e la quarantena abbia avuto impatto sui minori e li abbia resi più vulnerabili.
Creata da Papa Francesco nel marzo 2014 per proporre le iniziative più opportune per la protezione di tutti i minori e gli adulti vulnerabili e per promuovere la responsabilità locale nelle Chiese particolari, la commissione è ora divisa in tre sottogruppi: dialogo con vittime e sopravvissuti, educazione e formazione, linee guida e norme per la promozione della tutela.
Come hanno lavorato i gruppi di lavoro? Working with survivors ha tenuto un numero di incontri virtuali con quanti sono stati abusati da membri della loro stessa famiglia e professionisti, e ora sta indirizzando i suoi sforzi nell’incorporare questo lavoro in una serie di webinar e seminari sul ministero esercitato verso quelli che sono stati abusati a seconda dei vari contesti culturali.