Città del Vaticano , mercoledì, 23. settembre, 2020 18:00 (ACI Stampa).
Wojtyła Carolus, ascriptus est in Angelicum”. E’ il 1947. La prima pagina del libretto universitario recante in alto a destra - ben evidente - la foto di quel giovane studente polacco che diverrà Papa Giovanni Paolo II, ci riporta indietro nel tempo. Veniamo catapultati in quegli anni romani che Wojtyła visse con intensità di studio presso la “Pontificia Università Angelicum” di Roma, retta dai Padri Domenicani. Ci sorprende lo sguardo di quella foto.
E’ lo stesso sguardo che diverrà, in seguito - per molti fedeli - quello di Dio su tutto il mondo. Gli occhi penetranti che scrutano l’obiettivo fotografico diverranno gli occhi di un pontefice che ha segnato in maniera indelebile la Storia del secolo scorso, entrando nel cuore del “popolo di Dio” e anche di molte persone lontane dalla Chiesa.
Wojtyła scriverà una tesi su Giovanni della Croce: “Doctrina Fide apud S. Joannem a Cruce”, così recita il frontespizio. Appena giunto a Roma, venne ospitato dai Padri Pallottini in Via dei Pettinari, a pochi passi da Campo de’ fiori, la famosa piazza romana. Era il 15 novembre 1946. Troverà, poi, successivamente alloggio presso il Pontificio Collegio Belga in Via Quirinale 26.
C’è una curiosità che ci fa sorridere e che ci ricorda di come i piani di Dio siano davvero sorprendenti. Nell’ “Elenchus studentium in lectionibus” dell’università, troviamo la firma dell’allora professore di Spiritualità di Wojtyła, Paul-Pierre Philippe (Parigi, 16 aprile 1905 – Roma, 9 aprile 1984). Sarà creato cardinale da Paolo VI il 5 marzo 1973 e parteciperà come elettore nel conclave del 1978. Sarà fra gli elettori del Cardinale Wojtyła a Vescovo di Roma: i strani casi della Storia.
Ma come si svolgeva la giornata del giovane studente Wojtyła? Raccogliamo questa testimonianza di Monsignor Marcel Uylenbroeck, Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici dal 1969 al 1979: “Conobbi papa Giovanni Paolo II nel 1946, quando egli era un giovane sacerdote ed io studiavo a Roma. Per due anni ci trovammo abitare nella stessa casa, il Collegio Belga, poiché il metropolita di Cracovia – arcivescovo Adam Sapieha – aveva chiesto ai vescovi belgi di accogliere, presso il Collegio, due studenti della propria diocesi. Uno di loro era Karol Wojtyla che alcuni mesi prima era stato ordinato sacerdote”.