Città del Vaticano , domenica, 20. settembre, 2020 12:15 (ACI Stampa).
Il ritratto di Dio che ci viene dal Vangelo del giorno è quello di un Dio generoso, che ci chiama e ci ricompensa, senza guardare al tempo o ai risultati che mettiamo in campo per lui, ma alla generosità e alla disponibilità con la quale lo serviamo. Papa Francesco tratteggia questo “Dio generoso” in un breve commento, affacciato alla finestra dello studio del Palazzo Apostolico come ogni domenica. E dopo l'Angelus, Papa Francesco si rivolge ai fedeli ungheresi (era il periodo del Congresso Eucaristico Internazionale, rinviato all'anno prossimo) e ricorda la giornata dell'Università Cattolica.
Sembrano lontani i tempi in cui il Papa recitava la preghiera dell’Angelus dalla sua biblioteca e poi si affacciava in piazza. In una giornata assolata con qualche spruzzata di nuvole, piazza Sana Pietro si è tornata a riempire di persone che partecipano all’Angelus, sebbene distanziate per ovvie ragioni di sicurezza post-pandemia.
Il Vangelo del giorno è quello del padrone della vigna, che ricompensa allo stesso modo al termine della giornata sia i lavoratori che aveva chiamato all’inizio della giornata e con cui aveva pattuito una ricompensa, sia gli ultimi.
Papa Francesco delinea due tratti del Vangelo, la chiamata e la ricompensa. Ricorda che il padrone di una vigna esce per cinque volte e chiama a lavorare per lui. Una immagine “toccante”, secondo Papa Francesco, perché “quel padrone rappresenta Dio che chiama tutti e chiama sempre” e lo fa anche oggi, continuando a “chiamare chiunque, a qualsiasi ora, per invitare a lavorare nel suo Regno”, non sta “rinchiuso nel suo mondo... Dio è sempre in uscita, cercando noi! Esce continuamente alla ricerca delle persone, perché vuole che nessuno sia escluso dal suo disegno di amore”.
Lo stesso – dice Papa Francesco – sono chiamate a fare “le nostre comunità”, per uscire dai “confini che ci possono essere per offrire a tutti la parola di salvezza che Gesù è venuto a portare”.