Città del Vaticano , domenica, 13. settembre, 2020 12:17 (ACI Stampa).
“Quanta sofferenza, quante lacerazioni, quante guerre potrebbero essere evitate, se il perdono e la misericordia fossero lo stile della nostra vita!” Quanti hanno un rancore dentro, invece “è necessario applicare l’amore misericordioso in tutte le relazioni umane: tra i coniugi, tra i genitori e i figli, all’interno delle nostre comunità e anche nella società e nella politica”.
Così Papa Francesco commenta il passo del Vangelo di Matteo proposto oggi dalla liturgia. Prima della preghiera dell’Angelus il Papa ha parlato del perdono. “Nell’atteggiamento divino - ha detto- la giustizia è pervasa dalla misericordia, mentre l’atteggiamento umano si limita alla giustizia. Gesù ci esorta ad aprirci con coraggio alla forza del perdono, perché nella vita non tutto si risolve con la giustizia, lo sappiamo.
C’è bisogno di quell’amore misericordioso, che è anche alla base della risposta del Signore alla domanda di Pietro”. Il Papa si sofferma su una frase del Siracide: ricorda la fine e smetti di odiare.
Del resto dice il Papa meglio perdonare per essere perdonati, ma il rancore torna come una mosca fastidiosa, allora perdonare non è solo un momento ma un impegno continuo, dice il Papa.
Una parabola che ci aiuta a capire un passo del Padre Nostro dice il Papa: “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Queste parole contengono una verità decisiva. Non possiamo pretendere per noi il perdono di Dio, se non concediamo a nostra volta il perdono al nostro prossimo. Pensa alla fine al perdono di Dio e smettila di Dio caccia via il rancore, la mosca che ritorna. Se non ci sforziamo di perdonare e di amare, nemmeno noi verremo perdonati e amati”.