Città del Vaticano , sabato, 12. settembre, 2020 13:00 (ACI Stampa).
“Ogni morte tragica porta con sé un dolore grande”, ma “quando rapisce cinque adolescenti e una giovane mamma, è immenso, insopportabile senza l’aiuto di Dio”. Un dolore reso ancora più grande dalla perdita di un figlio, che “non ha aggettivo”, perché non si può descrivere. Papa Francesco incontra i familiari delle vittime della tragedia di Corinaldo, quando nella calca di persone della discoteca La Lanterna causata da alcuni individui che hanno spruzzato spray al peperoncino, e che causò 6 morti e 59 feriti.
Papa Francesco non aveva fatto mancare gesti di solidarietà: già all’Angelus dell’8 dicembre, aveva ricordato le vittime, mentre i genitori di uno dei giovani che hanno perso la vita avevano potuto salutare il Papa al baciamano al termine dell’udienza generale del 20 marzo 2019.
Incontrando le vittime, il Papa dice di essere stato “scosso” dalla tragedia, e che però con il passare del tempo si rischia di “dimenticare2, così l’incontro serve a “non dimenticare, a tenere nel cuore e soprattutto ad affidare i vostri cari nel cuore di Dio padre”.
Papa Francesco non vuole parlare delle cause dell’incidente, preferisce unirsi “alla vostra sofferenza e al vostro desiderio di giustizia”, offrendo piuttosto “una parola di fede, di consolazione e di speranza”:
E la speranza viene anche dal Santuario di Loreto, non lontano da Corinaldo, si posa sulla Vergine Maria che il Papa vuole pensare “non abbia mai staccato il suo sguardo da loro, specialmente in quel momento di confusione drammatica” c che “li abbia accompagnati con la sua tenerezza”.