La Habana , lunedì, 21. settembre, 2015 0:01 (ACI Stampa).
Piccola sosta del Papa alla Chiesa dei Gesuiti con bambini che lo salutano insieme ai confratelli del Papa. I Gesuiti hanno una tipografia nella comunità che produce testi religiosi e liturgici. Un piccolo fuori programma sulla via per la cattedrale dove il Papa ha incontrato il clero di Cuba. Fedeltà e misericordia le due parole centrali della riflessione del Papa durante la liturgia dei vespri. Una testimonianza di una giovane suora che lavora in un istituto per disabili mentali, le parole del cardinale Ortega Y Alamino che ricorda che il clero di Cuba non può che essere povero e fare della povertà un mezzo pastorale, poi la liturgia. Nella cattedrale di San Cristoforo fa molto caldo, ma si cantano i salmi con entusiasmo per la presenza di Pietro. Il Papa immerso nell’ascolto e nella preghiera.
Il Papa parla a cubani e missionari, molti di ogni parte del mondo che aiutano la Chiesa cubana.
Il Papa parla a braccio come spesso succede con i religiosi. “Quando parlano i profeti, dobbiamo ascoltare loro”, dice il Papa.
La povertà parola scomoda, dice Francesco, che lo spirito del mondo non conosce e non ama, che nasconde per disprezzo. Uno spirito di povertà e di spoliazione per lasciare tutto per seguire Gesù, chiede il Papa che lascia il testo scritto per ascoltare i “profeti”. “La nostra Santa madre Chiesa è povera, Dio la vuole povera” spiega.
E poi parla di quegli ultimi che la società scarta e rifiuta: “quanti religiosi bruciano la propria vita accarezzando coloro che il mondo scarta e disprezza, e con metodo, oggi che si può prevedere una malattia e allora si propone di mandarli indietro prima che nascano.”