Con forza e fede lasciò la città, per vivere da eremita a Subiaco. Dopo molte peripezie, fonda il proprio cenobio, dando vita alla prima comunità benedettina del mondo.
A Montecassino, patria della comunità voluta dal santo, si visse la sua Regola, gioiello di ascetismo ed equilibrio comunitario. Correva l'anno 547.
In questa chiesa, a Roma, sono ancora presenti parte dei resti della dimora, nella quale abitò il giovane.
Il luogo è piccolo ed è situato in un ambiente, a sinistra di chi entra.
In una nicchia, scavata nella roccia, si possono ammirare le mura della casa che ospitò il santo.
Benedetto, invitato dalla Gens Anicia, suoi parenti, visse in questa abitazione la sua esistenza.
Nel tempio, splendidamente conservato, si venera anche un'immagine della Madonna, cara agli abitanti dello storico rione. Secondo la tradizione a Lei, il futuro abate affidò il proprio avvenire.
La chiesa, piccolissima, si presenta in puro stile romanico e fu sede della parrocchia dal 1326 al 1824 con annesso un piccolo convento.
La piazza assume il nome dal fatto che, in un epoca molto antica, in questo luogo sorgeva uno stabilimento di bagni pubblici, poi andato in disuso e distrutto. Da ciò la denominazione in Piscinula, per indicare la presenza della sistemazione urbanistica.
Un particolare pavimento cosmatesco impreziosisce l'ambiente, caro alla preghiera al Padre celeste.
Ed è bello, nel cuore della città, e nel silenzio che il luogo evoca, sostare qualche minuto in meditazione, per rivivere il tempo in cui il Grande di Norcia vi sostò con la sua presenza ma di più con il cuore.
La cura pastorale è affidata alla Congregazione degli Araldi del vangelo.
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