Minsk , giovedì, 10. settembre, 2020 9:00 (ACI Stampa).
Doveva esserci anche l’arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz a Zaslavl, per celebrare i 600 anni della parrocchia più antica di Bielorussia, dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria. Ma l’arcivescovo è bloccato alla frontiera, ospite di un parroco amico di Bialystok in Polonia, dove si era recato per delle celebrazioni della Madonna di Czestochowa e da dove il governo non lo ha più fatto rientrare dal 31 agosto, perché inserito in una “lista nera” di persone non grate a Russia e Bielorussia.
Sono i frutti del clima che si è creato in Bielorussia dopo le elezioni dello scorso 6 agosto, che ufficialmente hanno visto la riaffermazione del presidente uscente Aleksandr Lukashenko (in carica dal 1994), ma che di fatto hanno lasciato nella popolazione sospetti di brogli che hanno portato tutti in piazza. La Chiesa ha chiesto riconciliazione e verità, è stata a fianco della popolazione, e si è ritrovata attaccata, con uno dei suoi edifici bloccati dalle forze dell’ordine e ora con l’arcivescovo metropolita più noto bloccato alla frontiera. È il segno di una persecuzione nascosta, che ormai nessuno ha più timore di denunciare.
Così, il 9 settembre a Grodno, luogo di nascita dell’arcivescovo Kondrusiewicz, si è tenuta una Messa per pregare il ritorno dell’arcivescovo, mentre il 6 settembre a Minsk, davanti alla cattedrale, i fedeli si sono riuniti con le sue foto chiedendone il rientro. Lui, in quel giorno, sarebbe dovuto essere a Zaslavl, per i festeggiamenti dei 600 anni della parrocchia. I fedeli hanno atteso fino all’ultimo che le autorità annullassero il provvedimento che non permetteva all’arcivescovo di rientrare.
Zalaslavl è una città satellite di Minsk, da cui dista appena mezzora di treno. I preparativi spirituali per la celebrazione sono iniziati ad agosto, sotto la guida di Dmity Puhalsky, amministratore della parrocchia.
La comunità di Zaslavl esiste dal 1420. La prima chiesa era in legno, mentre l’attuale chiesa, in miratura, è stata costruita alla fine del XVIII secolo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il santuario è stato grandemente danneggiato, e in era sovietica è rimasto in uno stato fatiscente.