Roma , venerdì, 4. settembre, 2020 16:00 (ACI Stampa).
"Sine dominico non possumus". Senza domenica non possiamo vivere. Questa è la risposta di alcuni martiri ai loro persecutori che ci arriva dalle profondità della storia. Nell’Africa del IV secolo ad Abitene, cittadina dell’attuale Tunisia, si vivono i tempi molto duri della ennesima caccia ai cristiani, scatenata dall’imperatore Diocleziano. Viene proibito di celebrare la messa domenicale, minacciando di morte i trasgressori.
Ma la piccola, agguerrita comunità della cittadina non vuole piegarsi a questo editto e continua a celebrare di nascosto il giorno del Signore. Vengono scoperti e nessuno di loro rinnega la propria fede e prima di andare verso il martirio qualcuno proclama dinanzi a tutti: Non possiamo vivere senza la domenica, senza celebrare la messa.
L’episodio viene ricordato nel libro "Il bandolo della matassa", con sottotitolo "Dieci buone ragioni per andare a messa la domenica", scritto da Stefano Proietti, con una prefazione del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Per molti credenti oggi, anche se si definiscono praticanti, andare a messa sembra essere diventato un optional, un fastidioso dovere o un vuoto rituale da seguire meccanicamente. Invece, ci ricorda l’autore, questo è il centro, il motore, meglio, il cuore della vita del cristiano, "culmine e fonte della nostra vita di credenti" sottolinea nella prefazione il cardinale Bassetti, il quale ricorda anche un altro episodio illuminante.
A 18 anni Lorenzo Milani, rampollo di una famiglia benestante, fa una scoperta straordinaria, dopo aver scoperto un vecchio messale, e ne parla ad un amico: "Ho letto la messa. Ma sai che è più interessante di “Sei personaggi in cerca d’autore”?. Un episodio che segna la sua vita futura, il suo destino.