La Habana , sabato, 19. settembre, 2015 22:31 (ACI Stampa).
Qualche parola nel lungo volo tra Roma e L’ Avana il Papa l’ha detta. Ha parlato di pace, perché la gente è assetata di Pace.
Dieci minuti prima delle 16.00 a Cuba, in Italia sono quasi le 22, l’ aereo Alitalia atterra e Francesco ha dato una prima indicazione: porta con se il dolore dei rifugiati che percorrono l’ Europa. Parla dei rifugiati incontrati prima di partire “ Si poteva vedere il dolore sui loro volti. Questa parola, pace. Vi ringrazio per il vostro lavoro di ponti, piccoli ponti di pace . Perchè un piccolo ponte dopo l’altro si costruisce un grande ponte di pace.”
“Da alcuni mesi, siamo testimoni di un avvenimento che ci riempie di speranza: il processo di normalizzazione delle relazioni tra due popoli, dopo anni di allontanamento.” E’ la gioia del Papa per i cubani nel suo discorso di arrivo. “E’ un segno del prevalere della cultura dell’incontro, del dialogo, del «sistema della valorizzazione universale... sul sistema, morto per sempre, di dinastia e di gruppo» (José Martí, ibid.). Incoraggio i responsabili politici a proseguire su questo cammino e a sviluppare tutte le sue potenzialità, come prova dell’alto servizio che sono chiamati a prestare a favore della pace e del benessere dei loro popoli, di tutta l’America, e come esempio di riconciliazione per il mondo intero.”
Francesco ha ricordato gli 80 anni delle relazione diplomatiche tra Cuba e Vaticano, ha salutato Fidel, fatto inconsueto in un discorso di saluto, che con ogni probabilità andrà a trovare nella sua residenza a L’Avana, poi un pensiero a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. “So che il loro ricordo suscita gratitudine e affetto nel popolo e nelle Autorità di Cuba. Oggi rinnoviamo questi legami di cooperazione e amicizia perché la Chiesa continui ad accompagnare ed incoraggiare il popolo cubano nelle sue speranze e nelle sue preoccupazioni, con libertà e con i mezzi e gli spazi necessari per far giungere l’annuncio del Regno fino alle periferie esistenziali della società.”
C’è il pensiero a Maria, Patrona di Cuba che “ha accompagnato la storia del popolo cubano, sostenendo la speranza che custodisce la dignità delle persone nelle situazioni più difficili e difendendo la promozione di tutto ciò che conferisce dignità all’essere umano. La devozione crescente verso la Vergine della Carità del Cobre è una testimonianza visibile della presenza della Vergine nell’anima del popolo cubano.”