Se la la Porziuncola è una replica della Camera della Madonna custodita a Nazaret è anche la prova di come intorno all’anno mille la struttura fosse ben conservata. Una prova interessante se si pensa ad un altro collegamento quello con la riproduzione della Camera di Maria a Walsingham nel Norfolk in Inghilterra, riproduzione del 1061.
Il Santuario di Nostra Signora di Walsingham è stato fondato quando, secondo il testo della Ballata di Pynson, Richeldis de Faverches pregò la Madonna e promise di intraprendere un’opera speciale in Suo onore. In risposta alla sua preghiera, la Vergine Maria la condusse in spirito a Nazareth, le mostrò la casa dove avvenne l’Annunciazione e le chiese di costruire una replica a Walsingham che servisse come memoriale perpetuo dell’Annunciazione. Una Santa Casa fu dunque costruita e una comunità religiosa si fece carico della sua fondazione, facendola diventare uno dei più grandi santuari della cristianità medievale.
E’ chiaro in pratica che la Casa era ben presente ai cristiani dell’epoca, conservata chiaramente come qualcosa di diverso dalla Grotta. Di imitazioni della Santa Casa del reste ce ne furono molte neo secoli successivi alla Traslazione. Una devozione che conferma la eccezionalità della reliquia.
Già nel 1368 come ricorda padre Giuseppe Santarelli, un pellegrino di Sestri Levante fece costruire una cappella ad imitazione della Santa Casa.
Ancora un documento del 1404 para di un certo Giacomo di Vagnolo Pucciori, abitante a Foligno che vendette la sua propria casa per avere il denaro per costruire una cappella dove vi fesse dipinta la figura di Santa Maria di Loreto. Un modo per traferire così la sacralità della immagine e del luogo.
Anche a Cremona in San Domenico venne costruita una copia della Casa di Loreto. Nelle guerre di metà ‘400 Francesco Sforza visitò Loreto e fece poi una cappella “la quale è facta a similtudine di quella che è a Sancta Maria de Loreto, ne la quale sono molte devozioni” come scrive Roberto di Sanseverino.
Anche in letteratura l’arrivo della Casa di Maria lascia il segno. Il primo testo è di Franco Sacchetti che nelle sue Treccentonovelle scritte nella seconda metà del 1300, un racconto “boccaccesco” nel quale un pescatore impreca usando proprio “Santa Maria dell’ Oreto!”.
Nei secoli successivi le citazioni chiariscano anche la differenza tra il sacello e la basilica. E iniziano le richieste di guarigioni e di grazie.
Il primo documento pontificio che si riferisce alla Casa è del 12 febbraio 1470 ed è una bolla di Papa Pio II. Poi Leone X in un breve del 1519 scrive di onorare il luogo che “ la stessa Vergine si è scelto contornata da angeli tra i quali merita il primato quello di Loreto veneratissimo per fama e per frequenza di devoti”. Da allora i testi si moltiplicano e diventano sempre più vere fonti storiografiche.
Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana
Ricevi ogni giorno le notizie sulla Chiesa nel mondo via email.