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Ogni sera alle 21, i Greco Cattolici Ucraini pregheranno per la Bielorussia

Lo afferma sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk in una lettera indirizzata all’arcivescovo di Minsk Tadeusz Kondrusiewicz

Minsk | Il municipio e la cattedrale ortodossa a Minsk | AG / ACI Group Minsk | Il municipio e la cattedrale ortodossa a Minsk | AG / ACI Group

Ogni sera, alle 21, i Greco Cattolici Ucraini pregano per la pace e la serenità nella loro nazione. E ora, finché la crisi bielorussa non sarà terminata, l’arcivescovo maggiore Shevchuk li invita a farlo anche per la pace in quella che un tempo era chiamata “Russia bianca” e che oggi rivendica la sua identità come Belarus, nazione distinta dalla Russia e che dalla Russia vuole emanciparsi.

Sono in migliaia, in Bielorussia, ad essere scesi in piazza per protestare contro i risultati elettorali, che hanno visto vincitore ancora una volta Aleksandr Lukashenko, presidente dal 1994. Svetlana Tikhanovskaja, la sfidante, è andata in esilio in Lituania, per evitare il crescere delle tensioni, mentre crescevano le proteste in strada contro il risultato elettorale. Proteste che hanno provocato una durissima reazione da parte delle autorità, con un bilancio che conta anche due morti.

Anche Papa Francesco, nell’Angelus del 16 agosto, ha pregato per la pace in Bielorussia. La lettera dell’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, si inserisce alle tante note di solidarietà arrivate dalle Chiese locali, mentre in Bielorussia le confessioni religiose, la Chiesa cattolica in testa, hanno organizzato lo scorso 13 agosto una marcia per la pace, per chiedere la fine degli scontri e una dialogo tra le parti.

L’arcivescovo maggiore Shevchuk ha scritto a nome della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, indirizzando la lettera all’arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz di Minsk, che è anche presidente della Conferenza Episcopale Bielorussa, e a padre Serhiy Hayek, visitatore apostolico per i greco cattolici di Bielorussia.

L’arcivescovo maggiore Shevchuk non manca di far sentire la sua solidarietà al popolo del Belarus, sottolineando di credere che “Dio, unico Signore della storia umana, sia invisibilmente presente nelle strade e nelle piazze del Belarus per assicurare la Sua vicinanza e la Sua salvezza a questo popolo sofferente”.

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Sua Beatitudine ha poi detto di pregare per “la protezione del Belarus da forze esterne e nemiche, per la preservazione dell’unità del popolo bielorusso e per l’indipendenza e l’integrità territoriale del suo Stato”.

Rivolgendosi poi direttamente ai figli della Chiesa Greco Cattolica Ucraina che sono in Belarus, Sua Beatitudine Shevchuk li ha invitati “pregare con fervore per la fine della violenza contro gli innocenti, per il ristabilimento dell’ordine sociale e della comprensione per il popolo bielorusso, per la pace e la conservazione dell’unità e dell’integrità dello Stato Bielorusso”.

Per questo, il capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina ha chiesto di aggiungere la preghiera per il Belarus a quella che “ogni giorno alle 21 recitiamo per la pace e la serenità in Ucraina.”

Lo scorso 14 agosto, l’arcivescovo Kondrusiewicz si è rivolto direttamente al presidente Lukashenko, in una lettera pubblicata sul sito istituzionale della Chiesa in Bielorussia in cui metteva in luce che “la nostra Patria sta attraversando un momento difficile, che, purtroppo, è già oscurato dallo spargimento di sangue, da migliaia di civili detenuti e brutalmente picchiati che vogliono sapere la verità sulle elezioni presidenziali del 9 agosto”.

L’arcivescovo Kondrusiewicz ha denunciato che “lo spargimento di sangue nelle strade delle nostre città, il pestaggio di manifestanti pacifici che vogliono conoscere la verità, il loro trattamento crudele e la detenzione disumana, è un grave peccato per la coscienza di chi impartisce ordini criminali e commette violenze”.

Peccato, ha aggiunto, che porta “alla destabilizzazione e alle divisioni distruttive nella nostra società”, e ha chiesto di affrontare “un difficile percorso di pentimento, purificazione spirituale e morale, senza il quale è impossibile superare la crisi socio-politica”, invitando le autorità statali ad iniziare “un dialogo costruttivo con la società, fermino la violenza e rilascino immediatamente tutti i cittadini innocenti detenuti in manifestazioni pacifiche”.

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