Albany, New York , sabato, 19. settembre, 2015 15:01 (ACI Stampa).
A St. Patrick, i lavori proseguono senza sosta. La cattedrale di New York, posta sulla Quinta Strada, praticamente di fronte al Rockfeller Center, è stata risistemata negli ultimi anni. Ma non del tutto. Non ci sono più le impalcature sulla facciata centrale, ma ci sono ancora su una delle facciate laterali. E poi ce ne sono molte, dentro la chiesa. Tutti si sbrigano: per l’arrivo di Papa Francesco, tutto deve essere pronto.
Il punto è che non si vede niente che possa far prefigurare l’arrivo del Papa. Non di certo i lavori, che vanno avanti spediti, ma in fondo come ogni cosa a New York. Le persone passano su e giù per la strada, con caffè, donut e pretzel, accelerando il passo anche se non sembra essercene bisogno. E tutta New York è un po’ un cantiere. Per esempio, si sta rifacendo una parte di pavimentazione sulla Prima Strada, nella zona di fronte al Palazzo di Vetro.
Anche questo è parte dell’effetto Francesco. Perché, come tutte le città, anche New York si rifà il trucco per l’arrivo del Papa. Solo che non lo dà a vedere. Le televisioni locali parlano moltissimo della presenza di Papa Francesco negli Stati Uniti, e ciascuna ha predisposto una copertura speciale. Ma nelle strade, niente lascia prefigurare l’arrivo del Papa: nessuno striscione, nessun manifesto, nemmeno una immagine affissa sulla chiesa di San Patrizio.
Solo alla chiesa della Holy Family, la parrocchia delle Nazioni Unite, c’è un piccolo manifesto che annuncia l’arrivo di Papa Francesco.
“Può sembrare che la città sia indifferente, ma non è vero, sono tutti eccitati,” racconta John Woods, direttore del Catholic New York, il settimanale diocesano che tira 40 mila copie la settimana. Un punto di riferimento importante, per la comunità cattolica newyorkese, che conta circa 3 milioni di abitanti.