Fermo , giovedì, 13. agosto, 2020 16:00 (ACI Stampa).
Per la cristianità medievale l’assassinio di san Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury e primate d’Inghilterra dal 1162, è stato molto importante, perché finito nelle mire del re Enrico II, una volta sua mentore e amico, fu ucciso in Cattedrale dalle spade di quattro cavalieri sicari mentre recitava l’Ufficio divino, il 29 dicembre 1170. Il Papa Alessandro III lo canonizzò a tempo di record, tre anni dopo.
E sue spoglie divennero meta di pellegrini e l’eco di quel martirio, profezia dell’aggressione di Enrico VIII alla Chiesa cattolica tre secoli e mezzo dopo, ha attraversato tutta la letteratura fino a Thomas Stearns Eliot, che lo rese ‘famoso’ con il testo ‘Assassinio nella cattedrale’.
Però non tutti sanno che una reliquia del santo inglese è custodita nel museo diocesano di Fermo. Si tratta di una casula in seta celeste e ricamata in oro di quasi 900 anni di età ma in uno stato di conservazione sorprendente, che secondo una tradizione arrivò a Fermo perché donata da Becket a un vescovo fermano, Presbitero. Avevano studiato insieme a Bologna e la loro amicizia non era mai venuta meno. Un’altra tradizione narra che fu la madre di Becket a donare al vescovo fermano il paramento di suo figlio dopo l’omicidio.
‘La Voce delle Marche’, periodico dell’arcidiocesi di Fermo ricorda questa particolare storia. Gli esperti dell’Ufficio diocesano dei Beni Culturali spiegano che “fino al 1925 questo paramento era conservato all’interno di una teca di legno, aperta per assecondare il desiderio del card. Merry Del Val. Il professor David Rice dell’Università di Londra, fece oggetto dei suoi profondi studi il cimelio”.
A fine luglio sul sagrato della cattedrale di Fermo Adolfo Leoni ha proposto in forma teatrale ‘Thomas Becket - Un uomo, un martire, un santo’. É lui che ci spiega per quale motivo a Fermo è conservata la casula di Becket: “Si trova a Fermo, nelle Marche, in una terra distante dall’Inghilterra, per una coincidenza non casuale.