A padre Tannoia si deve la raccolta delle fonti storiche sulla vita del de Liguori, e la redazione della grande biografia, in quattro volumi, ristampata solo alla fine del mille ed ottocento oltre al privilegio di aver ascoltato, dalla viva voce dei testimoni, la grandezza del vescovo.
Antonio Benedetto Tannoia nasce il 26 ottobre 1727 a Corato. I coniugi Tannoia-Tondi attesero ben quindici anni, prima di veder la nascita del bimbo, tanto che all'anagrafe lo chiamarono con quei nomi che indicano l'avvenuta gioia.
Ancora adolescente, perde il padre e con la madre si trasferisce a Lacedonia: sono anni bui per il piccolo nucleo familiare, soprattutto appesantiti dalla perdita dell'amato genitore.
A diciotto, a seguito di una missione predicata dai Padri redentoristi, a Corato, il giovane conosce la spiritualità dell'Istituto, evidenziata come scriveva la Regola, nel seguitare le vestigia di nostro Signore Gesù Cristo nel predicare la Buona novella ai poveri.
Innamorato del carisma alfonsiano e del suo ideale di santità, il 16 ottobre 1746 è a Deliceto come novizio. In questa casa, vide per la prima volta sant'Alfonso.
La descrizione che il giovane fa del santo ha dell'incredibile: in lui, cosi povero e dimesso, risplende la santità. Se il tempo passa, l'umiltà del santo resta, facendo eco a quella testimonianza che sempre ha illuminato il suo cammino di uomo, consacrato e pastore.
Ordinato sacerdote e di salute cagionevole il suo percorso esistenziale lo vide coadiutore alla guida del nascente istituto: maestro dei novizi (1752-1764), procuratore generale (1769-1780),consultore (1780-1787).
Il ruolo cardine del suo apostolato fu, soprattutto, come formatore delle giovani leve della prima storia redentorista. In dodici anni, moltissimi passarono sotto la sua guida divenendo dei perfetti missionari.
Leggendo il Vero redentorista, tratto da una serie di scritti del fondatore, Alfonso voleva l'aspirante missionario: innamorato di Dio e distaccato da tutto ciò che non appartiene ai valori descritti nel vangelo. Questo fu il contenuto a cui ispirava il proprio lavoro padre Tannoia.
Oltre alle doti di ottimo religioso ed eminente storico fu un profondo conoscitore del mondo della api, di cui scrisse anche un trattato.
Uomo pratico e profondo, morì il 12 marzo 1808, nella comunità di Deliceto anelando ai beni eterni del cielo.
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