Fatima , lunedì, 17. agosto, 2020 10:00 (ACI Stampa).
È una storia antica, quella del Portogallo, e la venerazione a Maria è sempre stata presente, così come la fede nell’Immacolata Concezione, che i portoghesi fecero voto di difendere fino alla morte. Eppure, è nel XX secolo, con le apparizioni del 1917 a Fatima, che il Portogallo entra nella storia mariana e nella Storia con prepotenza. Perché da Fatima si diffonde un messaggio per tutto il mondo, radicato nella storia, che in fondo racconta quello che stiamo raccontando: l’Europa non si potrà salvare se non riconoscerà la sua cristianità. Una cristianità che, in fondo, si costruisce sul culto di Maria.
Il Portogallo nasce nel X secolo con la creazione della contea del Portogallo. Nel 1139, Alfono I Henriquez diventa re del Portogallo e si impegna a promuovere il culto della Vergine e fonda e dedica il monastero cistercense di Alçobaca.
La storia del Portogallo si intreccia spesso con quella della Spagna. Nel 1385, i portoghesi ottengono una insperata vittoria sul Regno di Castiglia a Aljubarrota. Una vittoria quasi miracolosa, tanto che i portoghesi la attribuiscono alla Vergine, facendo voto di costruire una grande chiesa sul luogo della battaglia: è il santuario di Batalha, dedicato di Nostra Signora della Vittoria.
Nel periodo di grande splendore del Portogallo, la figura della Vergine è sempre presente. Enrico il Navigatore fa costruire a Belem una hermita, una chiesetta mariana, che diventa il monastero di Belem alla fine del XV secolo.
Vasco da Gama e la sua ciurma si prepararono alla loro impresa – il primo viaggio verso l’India svolto doppiando il Capo di Buona Speranza - con pellegrinaggi e preghiere alla Vergine