Sofia , venerdì, 7. agosto, 2020 10:00 (ACI Stampa).
Una nazione legata a Maria, che la ha consolata nei secoli di afflizione. La Bulgaria che ha vissuto sotto varie dominazioni ha mantenuto la fede anche grazie al culto alla Vergine, rimasto intatto anche nei bui anni del comunismo. Il culto mariano permea la nazione sin dall’inizio della conversione, e già nel IX secolo si diffonde a macchia d’olio, sebbene non ci siano molte chiese e monasteri mariani risalenti a quel periodo.
Il punto, però, non sta nei monasteri. Sta piuttosto nelle radici di una nazione che si converte al cristianesimo nell’865, dando così forma ad una identità nazionale che non viene scalfita nemmeno dall’arrivo della dominazione turca e dalla conseguente diffusione dell’Islam.
Anzi, la Bulgaria diventa un esempio di dialogo tra le fedi, in cui ebrei, cristiani, musulmani sanno convivere. Lo testimonia il “quadrilatero” nella capitale Sofia, dove in pochi metri quadrati, agli angoli di un ideale quadrato, si trovano la cattedrale cattolica, quella ortodossa, la moschea e la sinagoga.
Il principale monastero di Bulgaria è quello di Rila, che fu fondato verso l’inizio del 900 dall’eremita Giovanni Rilski, patrono della nazione. Altro santuario mariano importante viene fondato nel XI secolo, ed è quello di Backovo, costruito durante i due secoli di dominazione bizantina (1018 – 1185) che misero fine ad una serie di guerre.
Re Kalojan regna tra il 1196 e il 1207, e sotto di lui si sviluppa moltissimo il culto mariano. Tra i monumenti più significativi, c’è la chiesa patriarcale di Ocrida, oggi nel territorio della Macedonia del Nord. Lì, nella chiesa dedicata all’Assunta, si conservano le reliquie di San Clemente di Ocrida, discepolo dei Santi Cirillo e Metodio. In quegli anni, vengono fondate anche le cattedrali mariana di Varna, Plovdiv e Tirnovo. A Tirnovo c’è anche un’altra chiesa mariana, quella del roveto ardente.