Padova , venerdì, 31. luglio, 2020 16:00 (ACI Stampa).
E’ stato un importante vescovo, faceva parte di un gruppo di inquisitori, aveva avuto una grande esperienza diplomatica. Ma Rainaldo da Concorezzo era soprattutto un uomo di fede, preoccupato di dare testimonianza della presenza di Dio in mezzo agli uomini e della sua misericordia.
Fu uno dei protagonisti della travagliata storia dei suoi tempi ma fu proclamato beato proprio per quella sua grandezza interiore. Osò quello che era estremamente impopolare, per non dire pericoloso, nel 1300: difese i Templari, si oppose alla pratica della tortura, introdusse l’uso del volgare nelle predicazioni e altre riforme importanti.
Rainaldo difese i Templari e la sua figura viene ricordata in un nuovo libro, un saggio scritto da Alessio Varisco, docente e studioso che da anni si dedica al mondo dei Templari, che non finiscono mai di affascinare. Il titolo è "La soluzione dei Templari". Tra romanzi, biografie, saggi, la produzione libraria – e parallelamente quella cinematografica – dedicata al tema è sempre in aumento. Non si contano soprattutto i romanzi che, direttamente o indirettamente, ruotano intorno alle figure di quei cavalieri che avevano accumulato potere, conoscenze e ricchezze. E poi misteri, legati alla loro erudizione e alla conoscenza di culture diverse. Così sono fiorite leggende sui loro presunti poteri, e alla loro ombra prosperano trame che si snodano lungo i secoli, tra tesori, maledizioni, reincarnazioni, e tutto l’armamentario classico del genere. Ce n’è abbastanza per diventare un mito e materia infinita per storie e leggende, trame complesse e, purtroppo, spesso mediocri. Comunque capaci di divertire, come letture non impegnative e rilassanti.
Non è certo il caso del saggio di cui parliamo, che invece permette di entrare in una reale prospettiva storica. Rainaldo non è un’invenzione letteraria, ma un uomo in carne ed ossa, un protagonista del suo tempo, dicevamo, e i Templari per cui si è battuto erano anch’essi uomini, con i loro limiti e i loro errori, ma che furono, essenzialmente, vittime del loro stesso successo: quello che possedevano e gestivano era diventato un obiettivo per rimpinguare le esauste casse del re di Francia, e la loro presenza ritenuta troppo ingombrante. Così furono eliminati.
Ma bisogna tornare a Rainaldo e alla sua vita intensa, che il saggio ricostruisce con profondità e scorrevolezza. Il futuro vescovo e beato nasce in seno alla famiglia dei De Concorezzo a Milano, tra il 1240 e il 1250. Dopo gli studi si fa notare in qualità di cappellano di papa Bonifacio VIII. Il quale, nel 1296, anche per l’esperienza accumulata nel frattempo come diplomatico, soprattutto in terra francese, lo nomina vescovo della diocesi di Vicenza. Tutti, però, lo conoscono in primo luogo per essere un uomo dalla fede solida e senza compromessi.