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Alla Biblioteca apostolica vaticana il restauro di preziosi manoscritti cinesi

Sarà più facile prenotare e consultare testi grazie al nuovo sito internet

Il dizionario cinese-latino di Basilio Brollo restaurato  |  | BAV
Il dizionario cinese-latino di Basilio Brollo restaurato | BAV
Il dizionario cinese-latino di Basilio Brollo prima del restauro |  | BAV
Il dizionario cinese-latino di Basilio Brollo prima del restauro | BAV

Nonostante la chiusura al pubblico per i lunghi mesi della quarantena per il covid-19 la Biblioteca apostolica Vaticana è stata sempre una fucina di attività.

Molto è raccontato nel numero di aprile-giugno del bollettino della Bav, OWL. In questi giorni poi è on line il sito rinnovato della Biblioteca. Da circa dieci giorni sono arrivate delle procedure semplificate per la richiesta delle riproduzioni dei manoscritti e degli altri materiali. Visto che “per la pandemia diventa più difficile la presenza fisica e il sito vuole essere perciò un luogo di accoglienza, collaborazione e apertura”, ha spiegato il Prefetto monsignor Cesare Pasini.

Ma il lavoro interessante è quello dei restauri di volumi che possono andare distrutti. E in questi mesi da Oriente non è arrivato solo un virus ma anche un vero sostegno alla Bav. E’ grazie al sostegno del dottor Edwin Mok, di Hong Kong, che sono stati restaurati due importanti manoscritti cartacei cinesi. Si tratta di due versioni del dizionario cinese-latino originariamente compilato da Basilio Brollo (1648-1704), missionario francescano, durante la sua lunga permanenza in Cina, e in particolare a Nanchino.

Coma si legge so OWL “Il primo codice è il Vat.estr.or.3, «ex dono Abbatis Mezzafalce 1732» (f. VIIr); il riferimento è a Giovanni Donato Mezzafalce (1661-1720), di Bitonto (Bari), beneficiato del Capitolo di S. Pietro, che era stato in Cina al seguito del card. Carlo Tommaso Maillard de Tournon (1668-1710).

Il secondo manoscritto, il Vat.estr.or.8, copiato dal missionario francescano Carlo Orazi da Castorano (1673-1755), vicario della diocesi di Pechino, faceva parte della collezione di libri e manoscritti cinesi del frate.

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I due documenti erano fortemente danneggiati a causa di attacchi entomologici avvenuti in momenti non noti della vita dei manufatti, tanto da comprometterne la consultazione. Le carte erano frammentate e talvolta adese tra loro; il filo di cucitura era rotto in più punti, i capitelli danneggiati. Si rendeva necessario il restauro completo con lo smontaggio della cucitura originale. Secondo la tradizione della Vaticana, durante gli interventi per rendere i documenti pienamente consultabili si è cercato di salvaguardare tutte le parti originali, allo scopo di conservare gli elementi che portano con sé informazioni, di varia natura, sulla storia del manufatto. Ciò che non è stato possibile tenere insieme al corpo delle carte, è stato conservato a parte.

Tutte le carte sono state restaurate con velature totali o locali in velo giapponese, o con risarcimenti locali delle lacune e dei camminamenti, usando carta giapponese e colla di amido di riso.

Anche le coperte sono state restaurate prima di ricostituire l’unità del manufatto, incollando i nervi e l’indorsatura ai nuovi quadranti.

Siamo grati al signor Mok, che già in passato aveva contribuito al recupero di importanti documenti provenienti dalla Cina, per l’impegno in favore della salvaguardia di queste rilevanti testimonianze della cultura orientale, ora nuovamente fruibili”.