Faenza , venerdì, 24. luglio, 2020 14:00 (ACI Stampa).
La famiglia alla base dell’ecologia. Sembra una teoria rivoluzionaria, ma è ben salda nella dottrina sociale della Chiesa e nelle encicliche dei Papi, fino alla Laudato Si di Papa Francesco. E lo mette in luce il vescovo Mario Toso, di Faenza-Modigliana, in un volume su “Ecologia Integrale dopo il coronavirus” (Società Cooperativa Sociale Frate Iacopa).
Nell’anno della Laudato Si, il testo del vescovo Toso presenta una chiave di lettura più ampia di quella che è stata fatta spesso dell’enciclica di Papa Francesco. Considerata una enciclica ecologica tout court, brandita spesso per giustificare alcune particolari politiche ambientali o iniziative “verdi”, l’enciclica è stata spesso, se non quasi sempre, trascurata per quello che è il suo impianto di dottrina sociale. Si parla di ecologia integrale, ma spesso non si va a vedere cosa questa ecologia integrale comporti.
Il vescovo Toso prova ad allargare lo sguardo, a partire proprio dal nucleo famigliare. Perché, in un mondo dove “tutto è connesso”, l’ambiente non riguarda solo la natura, ma anche il nostro ambiente di vita di tutti i giorni. E allora chi, se non le famiglie, possono essere apostoli, evangelizzatori e soggetti attivi in questo ambiente?
Quello dedicato alla famiglia è un lungo capitolo che costituisce il centro del volume del vescovo Toso. Il segretario emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace mette in luce il ruolo della famiglia come promotore di una “ecologia sociale” ed una “ecologia culturale”, e non trascura il contributo che danno le famiglie a migliorare gli ambienti in cui vivono, anche quando questi sono in forte degrado.
Un contributo che viene dall’apertura al futuro della famiglia, chiamata a generare figli e dunque naturalmente portata a migliorare l’ambiente in cui sono.