Dotato di un animo dedito al raccoglimento ed alla preghiera, nella Quaresima del 1573, decise di indossare l'abito cistercense, riformando l'abbazia nella quale era stato nominato abate commendatario.
Ordinato sacerdote, nel 1577, diede vita alla Riforma ritornando nella sua Abbazia.
Da subito, la novella traccia di vita spirituale, fu accolta da un esiguo numero di monaci.
Scandì la vita di preghiera e gli orari del coro, rifacendosi alla grande tradizione cistercense.
L'Ordine ebbe da subito una forte accoglienza sia in Francia che in Italia.
Numerose le comunità di vita che scelsero il nuovo stile, sulla base della Regola voluta dal grande cantore della Madonna, San Bernardo da Chiaravalle.
Il centro della Riforma consisteva nella maggiore aderenza ai principi della spiritualità dei religiosi cistercensi, ovvero una maggiore vita di interiore corroborata da un intenso raccoglimento, voluto dall'abate di Chiaravalle.
Il progetto, per la grande pietà e la sentita devozione, fu accolto con benignità dal Pontefice Gregorio XIII che approvò il nuovo ramo.
L'approvazione canonica fu concessa, nel 1586, con un Breve del Pontefice Sisto V.
Il Capitolo generale registrando questi dati, non solo giuridici ma di profonda innovazione spirituale, nel 1592 elesse padre Jean-Baptiste de la Barriere, abate generale e fondatore della nuova traccia di vita cistercense.
Se tutto andava bene, però venne il tempo della prova: una dolorosa angustia, dopo pochi anni, ne minò i traguardi ottenuti, ma non la fede.
Per accuse false e di importante gravità, in seguito dimostratesi assolutamente infondate, fu deposto dalla carica. Furono otto anni duri e particolarmente intensi.
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Padre de la Barrierre sopportò tutto, non solo con coraggio ma con fede, amando Dio e lasciando cadere ogni umana vanità della prestigiosa autorità persa.
Fu un vero apostolo: parlò con il silenzio e scrisse la sua storia sulle pagine chiare del vangelo, che chiede senza imporre l'amore che il cistercense profuse, in quegli anni.
Non ha ceduto al risentimento ed alla tristezza ma ha guardato al Cristo che pendendo da una croce insegnava la strada ed additava il cammino, già vissuto nella professione monastica.
Grazie all'interessamento del cardinal Bellarmino e della duchessa Caterina de Nobili, il processo fu riesaminato e scoperta la definitiva innocenza del padre.
La prova era terminata, illuminando di nuova luce il religioso che rimase in ginocchio davanti al suo Dio, in segno di ringraziamento per la verità riaffermata
Il 24 aprile 1600 spirò nel monastero di San Bernardo alle Terme, che ne conserva le spoglie e quel ricordo che, ancora oggi, parla della bellezza della sequela Christi, per la via della santità intrapresa da questo religioso che, al chiasso del mondo ha saputo opporre l'eloquente silenzio del Padre.