Roma , giovedì, 16. luglio, 2020 16:00 (ACI Stampa).
Viene chiamato anche “abitino”, il famoso “scapolare”: composto da due pezzi di stoffa marrone legati da cordicelle o nastri, che poggiano sulle spalle. Da questo, appunto, il termine “scapolare”, dal suo appoggiarsi su questa parte anatomica, appunto le scapole. In un primo momento, era nato come parte dell’abbigliamento dei contadini. Di seguito, è divenuto “accessorio di abbigliamento” (definiamolo così) per i religiosi, divenendo - in pratica - un grembiule usato per non sporcare l’abito. Ma rimane, e rimarrà - per sempre - come l’“abito della Madonna”, o meglio, come “l’abito per avere la sua particolare protezione”. E, a questa tradizione è legato inesorabilmente l’Ordine dei Carmelitani. Ma non solo: anche “il popolo di Dio” – quello dei semplici laici – col tempo desiderò di esserne rivestito per partecipare agli stessi privilegi. Fu così che nacquero le “Confraternite del Santo Scapolare”.
Con Papa Giovanni XXII (1316-1322), questa devozione fu riconosciuta e approvata ufficialmente grazie alla “Bolla Sabatina” del 3 marzo 1322. In questo documento si precisava che le condizioni richieste per poter beneficiare del Privilegio Sabatino sono: indossare lo Scapolare, condurre una vita casta secondo il proprio stato ( la precisazione “secondo il proprio stato” significa che anche i coniugati possono accedervi, purché vivano il loro matrimonio secondo quanto prescrive la Chiesa); e recitare ogni giorno il piccolo Ufficio della Madonna (oppure la Liturgia delle Ore). Fu, dunque, Giovanni XXII a sottolineare “la potenza” spirituale del famoso abitino, anche dopo la morte. La “leggenda” - infatti - vuole che sia stata la Vergine in persona, in una apparizione al pontefice, ad assicurare una particolare protezione a chi avesse indossato lo scapolare. Maria disse al pontefice che sarebbe discesa nel Purgatorio per portare in Paradiso, il sabato dopo la morte, chi - in vita - si fosse rivestito dello scapolare. Quest’ultima promessa, chiamata “privilegio Sabatino”, fece da allora invocare la Madonna del Carmine anche con il titolo “delle anime del Purgatorio”.
“Mentre io effondevo l’anima mia nel cospetto del Signore, sebbene altro non sia che polvere e cenere, e con tutta fiducia pregavo Maria Vergine mia Signora (...) mi apparve essa con gran corteggio, e tenendo l’Abito dell’Ordine, disse: Prendi, amatissimo figlio, questo Scapolare; questo sarà il segno dell’Ordine tuo e della mia Congregazione e del privilegio che io ho ottenuto per te e per tutti i Carmelitani, col quale chiunque piamente morrà, non soffrirà l’eterno incendio. E’ questo un segno di salute, salvezza nei pericoli, pegno di pace e di alleanza eterna”. Questo il racconto, in prima persona di San Simone Stock, dell’apparizione della Madonna avuta il 16 luglio 1251. Proprio da questa data dell’apparizione è nata la festa che si celebra ogni 16 luglio. La stessa festa divenne successivamente, nel 1600, la festa dell’intero Ordine Carmelitano e fu popolarmente conosciuta come la festa dello Scapolare.
L’importanza della Festa della Madonna del Carmine venne sottolineata a Lourdes poiché la Vergine Immacolata apparve l’ultima volta a Santa Bernadette proprio il 16 luglio del 1858. Il 13 ottobre 1917, durante l’ultima apparizione a Fatima, mentre circa 70.000 persone assistevano al “miracolo del sole”, la Madonna si mostrò ai tre pastorelli sotto tre diversi aspetti: con la Sacra Famiglia, come Addolorata e Madonna del Carmine. Quest’ultima aveva in braccio Gesù Bambino, ed entrambi erano nell’atto di porgere lo Scapolare del Carmelo.
Famoso diventerà lo scapolare indossato da San Giovanni Paolo II, nell’attentato a Piazza San Pietro del 13 maggio 1981, custodito nella chiesa natale di Wadowice. Giovanni Paolo II non se ne volle separare neanche durante l’operazione dopo il terribile attentato.