Tokyo , lunedì, 13. luglio, 2020 11:00 (ACI Stampa).
C’è una forte correlazione tra il messaggio dei vescovi del Giappone diffuso il 23 giugno per il 75esimo della battaglia di Okinawa e l’appello per l’abolizione dell’energia nucleare appena pubblicato dalla Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Giapponese. Perché fu dopo Okinawa che gli Stati Uniti, colpiti dalla strenua resistenza e dall’enorme costo di vite umane che ebbe quella battaglia, decisero di utilizzare le armi atomiche su Hiroshima e Nagasaki per porre fine alla guerra. Da allora, il nucleare è rimasto un incubo che è esploso poi di nuovo con la tragedia della centrale di Fukushima nel 2011.
La battaglia di Okinawa, asperrima, si combatté tra l’1 aprile e il 22 giugno 1945. Ai caduti si aggiunsero i moltissimi suicidi, soldati giapponesi che preferirono morire piuttosto che arrendersi. Una battaglia che lasciò segni profondi nelle truppe americane, che abbandonarono l’idea dell’attacco anfibio.
E lì, ad Okinawa, c’è il Konpaku no To, la “Torre delle Anime”, monumento che si erge lì dove all’inizio c’era un tumulo in cui erano stati raccolti i resti di molte delle vittime, e poi trasformato il memoriale. I vescovi giapponesi non potevano partire da qui, con il loro messaggio dedicato a “Proteggere ogni vita. La pace è il cammino della speranza”.
I vescovi sottolineano che 75 anni dopo Okinawa, ma anche dopo le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, la fine della Seconda Guerra Mondiale e la Fondazione delle Nazioni Unite, il mondo è tuttora “in una situazione incerta, in cui affrontiamo una nuova guerra fredda, una situazione instabile in Asia orientale, la minaccia nucleare e la crisi ambientale e globale”.
I vescovi ricordano anche il viaggio di Papa Francesco dal 23 al 26 novembre scorsi, rinnovano la loro “determinazione ad agire per la pace”, e ricordano la loro iniziativa del 10 giorni per la pace, che si celebrano come un countdown fino all’anniversario dello sganciamento della bomba atomica su Hiroshima dal 6 al 15 agosto.