Roma , venerdì, 10. luglio, 2020 16:00 (ACI Stampa).
Siamo nei giorni di inizio estate e proprio in questi giorni ricorre la celebrazione di Benedetto da Norcia, uno dei più grandi santi della Chiesa e una delle poche, autentiche personalità capaci di incidere la storia, di trasformarla. Nel suo tempo e fino ai nostri giorni.
Nel periodo cupo del lockdown, che comunque continua a proiettare un’ombra sulla vita di tutti e in tutto il mondo, in molti si sono fatti ispirare dalla Regola benedettina, hanno proposto il monachesimo come
modello di vita da adattare alle circostanze che ci sono capitate in sorte, legate alla pandemia. E in molti hanno ricordato come i monasteri fondati da Benedetto siano poi diventati l’ossatura della futura Europa
(non a caso ne è diventato il patrono) sono diventati il possente argine contro la violenza, la barbarie, la distruzione, il caos. Lo sono sempre stati e continuano ad esserlo. La loro presenza incarna la reale alternativa alle logiche di un mondo che sembra sempre più impegnato ad autodistruggersi, mentre le persone annaspano alla ricerca di una vera salvezza, che però proprio questo mondo non è in grado di offrire.
Torna così a risplendere il nome di Benedetto. Torna anche attraverso numerosi libri, a testimonianza del fatto che la sua figura e la sua opera non cessano di ispirare, e di portare ad un reale cambiamento, laddove vengano davvero “lasciati agire”. Città Nuova editrice ripropone proprio in queste ultime settimane un saggio che ha fatto scuola, in un certo senso: “Benedetta economia”, il quale, a sua volta, ha ispirato un
programma di successo su Tv2000.
Il saggio, scritto da Luigino Bruni e Alessandra Smerilli, delinea la grande
tradizione e l’influenza fondamentale che Benedetto da Norcia e poi Francesco d’Assisi hanno avuto nella storia economica europea. Riuscendo, miracolosamente – si potrebbe chiosare – a inserire nel mondo del mercato e del profitto, del denaro e del commercio una dimensione etica, spirituale, volta alla gratuità.
Accanto alle prime banche nascevano i primi ospedali, alle botteghe e agli affari spesso spietati dei mercanti si affiancavano le botteghe degli artigiani, da dove sarebbero usciti i maestri e i geni che hanno
fatto grande la cultura occidentale. Lo spirito del monachesimo e del francescanesimo, insieme a quello di molti altri carismi presenti nella Chiesa, non ha soffiato invano. Tempi di violenze e di soprusi, ma anche
tempi di grandi cattedrali, delle prime idee di Comune, del senso di appartenenza ad un popolo e ad una civiltà.