Roma , sabato, 11. luglio, 2020 12:30 (ACI Stampa).
La Medaglia di San Benedetto è - sicuramente - uno degli “oggetti” religiosi più famosi al mondo, assieme alla cosiddetta “Medaglia miracolosa”, quella consegnata dalla Madonna a Santa Caterina Labouré, nel 1830 a Parigi.
La Medaglia del santo di Subiaco, patrono d’Europa, risveglia nell’immaginario collettivo diverse storie, aneddoti, e - purtroppo, bisogna ricordarlo - un’opinione errata sulla funzione dello stesso oggetto, scambiato - molte volte - come amuleto: niente di più erroneo per la religione, per la fede cristiana.
Della famigerata medaglia, possiamo trovare due “versioni”: la prima, è la medaglia “singola”, molte volte in argento o comunque in metallo; la seconda, incastonata al centro delle croci da portare al collo. Più volte l’abbiamo “incontrata” facendo visita a qualche abbazia benedettina: l’Italia e l’Europa sono ricche di tali edifici religiosi, testimonianza della capillare diffusione dell’Ordine di San Benedetto.
Sulla medaglia, troviamo incise delle lettere. Cerchiamo, allora, di approfondirne meglio il significato.
Una sequenza di lettere “strane” compare sulla medaglia: le lettere rappresentano, in realtà, una preghiera in forma di acronimo: Sancti Patris Benedicti (Croce del Santo Padre Benedetto); Sacra Sit Mihi Lux (la Santa Croce sia la mia luce); Drago Sit Mihi Dux (non sia il demonio il mio condottiero); Retro, Satana! (allontanati, satana!); Suade Mihi Vana (Non mi attirare alle vanità); Mala Quae Libas (sono mali le tue bevande); Venena Bibas (bevi tu stesso i tuoi veleni).