Città del Vaticano , lunedì, 20. luglio, 2020 16:00 (ACI Stampa).
“Penso che Castel Gandolfo abbia esperienza nell’offrire una buona permanenza ai Papi. Allora possiamo essere sicuri che lo si ripeterà anche quest’anno. E già l’undicesimo anno della mia permanenza estiva a Castel Gandolfo. Tutti e due abbiamo qualche esperienza: gli abitanti di Castel Gandolfo ed il Papa”.
Era il 1989, il 21 luglio un venerdì. Giovanni Paolo II proseguiva la consuetudine dei Pontefici moderni e si recava nelle Ville Pontificie affacciate sul lago di Albano.
Il Palazzo Apostolico di Castelgandolfo non è una residenza lussuosa, ha una storia antica ed era stato ristrutturato da Pio XI dopo i Patti lateranensi.
Oggi è un museo, ma il legame della cittadina laziale con i Papi ha qualcosa di speciale che non si può recidere. Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI lo avevano capito bene e Giovanni Paolo II fece di Castelgandolfo quel “Vaticano due” che gli permise di ritrovare anche le forze dopo l’attentato e i vari interventi, ma che fu anche un vero laboratorio di studio e occasione di incontro con i giovani in particolare.
La prima visita la fa il 25 ottobre del 1978: Così sono diventato un vostro concittadino! Non potrei dire molte cose, ma una è certa: che il nostro primo incontro è molto caloroso, molto rumoroso! Ma spero anche che c’è molto religioso! Saluto a tutti! E auguro a Castel Gandolfo che quel nuovo cittadino sia un cittadino onesto. E perché quel cittadino è il Papa, comincia per dare una benedizione a tutti i suoi concittadini. Saluto le autorità locali, e poi ringrazio a tutti quelli che mi hanno un po’ sorvegliato, tante grazie! E ultima parola: sia lodato Gesù Cristo!”