Città del Vaticano , venerdì, 3. luglio, 2020 14:00 (ACI Stampa).
Nella Pacem Dei Munus Pulcherrimum, cento anni fa, Benedetto XV tolse il veto fatto dalla Sede Apostolica ai principi cattolici di venire in visita solenne presso il Quirinale, ormai sede della monarchia italiana. Allo stesso tempo, però, sottolineò che questa “non era una rinuncia ai propri sacrosanti diritti”, diritti spazzati via con la conquista di Roma da parte dei Savoia nel 1870. È un primo passo verso la risoluzione della Questione Romana. Ma è anche un passo necessario alla Santa Sede per entrare in quel mondo multilaterale che, in quegli anni, era rappresentato dalla Società delle Nazioni.
Papa Francesco ha citato il centenario della fondazione della Società delle Nazioni nel suo discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede del 7 gennaio 2019. “Perché – chiese Papa Francesco agli ambasciatori - ricordare un’Organizzazione che oggi non esiste più? Perché essa rappresenta l’inizio della moderna diplomazia multilaterale, mediante la quale gli Stati tentano di sottrarre le relazioni reciproche alla logica della sopraffazione che conduce alla guerra. L’esperimento della Società delle Nazioni conobbe ben presto quelle difficoltà, a tutti note, che portarono esattamente vent’anni dopo la sua nascita a un nuovo e più lacerante conflitto, quale fu la Seconda Guerra Mondiale”.
Sempre nella Pacem Dei Munus Pulcherrimm, Benedetto XV fa riferimento alla Società delle Nazioni appena nata, auspica che si crei una famiglia di nazioni, ma fa anche un passo indietro: la Sede Apostolica “non rifiuterà il suo valido contributo”, ma solo “una volta che questa Lega tra le nazioni sia fondata sulla legge cristiana, per tutto ciò che riguarda la giustizia e la carità”.
Il tema, per Benedetto XV, è sempre uno: è l’allontanarsi dal cristianesimo che ha provocato i conflitti, sarà solo riavvicinandosi a Cristo che questi conflitti potranno essere superati.
La Chiesa, in questo senso, deve impegnarsi anche diplomaticamente proprio per aiutare i popoli ad avvicinarsi a Cristo. La diplomazia della Santa Sede, con Benedetto XV, si sgancia dai protettorati e acquista una propria sovranità come mai la aveva avuta prima. Per questo, allo stesso tempo, cerca una sovranità formalizzata, un pezzo di terra che poi sarà dato con i Patti Lateranensi e la fondazione dello Stato di Città del Vaticano.