Città del Vaticano , mercoledì, 16. settembre, 2015 10:56 (ACI Stampa).
Papa Francesco ha concluso stamane nella consueta udienza generale del mercoledì il ciclo di catechesi sulla famiglia, in preparazione al Sinodo che inizierà il prossimo 4 ottobre.
Occorre - ha spiegato il Pontefice - "una nuova alleanza dell’uomo e della donna" di fronte alla "subordinazione dell’etica al profitto". Una alleanza "non solo necessaria ma anche strategica per l’emancipazione dei popoli dalla colonizzazione del denaro e delle ideologie. Questa alleanza deve ritornare ad orientare la politica, l’economia e la convivenza civile, la famiglia è proprio è all’inizio, alla base di questa cultura mondiale che ci salva da tanti, tanti attacchi, tante distruzioni, tante colonizzazioni che minacciano tanto il mondo: la famiglia + la base per difendersi".
"Siamo alla vigilia di eventi belli e impegnativi - ha ricordato - che sono direttamente legati a questo grande tema: l’Incontro Mondiale delle Famiglie a Filadelfia e il Sinodo dei Vescovi qui a Roma. Entrambi hanno un respiro mondiale, che corrisponde alla dimensione universale del cristianesimo, ma anche alla portata universale di questa comunità umana fondamentale e insostituibile che è appunto la famiglia".
Il Papa ha poi ribadito che "la creazione di Dio non è una semplice premessa filosofica: è l’orizzonte universale della vita e della fede: on c’è un disegno divino diverso dalla creazione e dalla sua salvezza: è per la salvezza della creatura, di ogni creatura, che Dio si è fatto uomo: per noi uomini e per la nostra salvezza, come dice il Credo. E Gesù risorto è il primogenito di ogni creatura. roprio dalla Parola biblica della creazione abbiamo preso la nostra ispirazione fondamentale, nelle nostre brevi meditazioni del mercoledì sulla famiglia. A questa Parola possiamo e dobbiamo nuovamente attingere con ampiezza e profondità: è un grande lavoro, quello che ci aspetta, ma anche molto entusiasmante".
Dio affida la creazione all'uomo e alla donna e a ciò che "accade tra loro dà l’impronta a tutto”. Il no di Adamo ed Eva alla "benedizione di Dio approda fatalmente ad un delirio di onnipotenza che rovina ogni cosa. È ciò che chiamiamo peccato originale. E tutti veniamo al mondo nell’eredità di questa malattia. Nonostante ciò non siamo maledetti, né abbandonati a noi stessi. L’antico racconto del primo amore di Dio per l’uomo e la donna, aveva già pagine scritte col fuoco, a questo riguardo".