Città del Vaticano , lunedì, 29. giugno, 2020 10:25 (ACI Stampa).
Papa Francesco lascia due parole-chiave al popolo di Roma durante l'omelia per la Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Unità e profezia. Queste due parole sono la forza e la peculiarità dei Santi Patroni della città di Roma.
Dall’Altare della Cattedra, questa mattina, nella Basilica Vaticana, il Papa benedice i Palli che vengono conferiti al Decano del Collegio cardinalizio e agli Arcivescovi Metropoliti nominati nel corso dell’anno. Il Pallio verrà poi imposto a ciascun Arcivescovo Metropolita dal Rappresentante Pontificio nella rispettiva Sede Metropolitana. Dopo il rito di benedizione dei Palli, il Papa presiede la Celebrazione Eucaristica con i Cardinali dell’Ordine dei Vescovi e l’Arciprete della Basilica Papale di San Pietro, il Cardinale Angelo Comastri.
Il Papa nell'omelia comincia con la prima parola, unità. Francesco spiega come Pietro e Paolo siano persone molto diverse tra loro, ma "si sentivano fratelli, come in una famiglia unita, dove spesso si discute ma sempre ci si ama. Però la familiarità che li legava non veniva da inclinazioni naturali, ma dal Signore. Egli non ci ha comandato di piacerci, ma di amarci. È Lui che ci unisce, senza uniformarci".
"L’unità è un principio che si attiva con la preghiera, perché la preghiera permette allo Spirito Santo di intervenire, di aprire alla speranza, di accorciare le distanze, di tenerci insieme nelle difficoltà", osserva Papa Francesco.
Il Pontefice nota anche che quei primi cristiani non sprecavano tempo a lamentarsi del mondo, della società, di quello che non andava. "Le lamentele non cambiano nulla. Quei cristiani non incolpavano, pregavano. In quella comunità nessuno diceva: “Se Pietro fosse stato più cauto, non saremmo in questa situazione”. No, non sparlavano di lui, ma pregavano per lui".