Francoforte , martedì, 23. giugno, 2020 18:00 (ACI Stampa).
Le condizioni di vita dei cristiani in tanti paesi del mondo, già difficili per via di povertà, discriminazioni o addirittura persecuzioni, sono peggiorate ulteriormente con la diffusione della pandemia del coronavirus e le conseguenti misure restrittive, della mobilità e del commercio, assunte a marzo.
È il caso, per esempio, del Pakistan, dove i cristiani, con il 2% della popolazione, rappresentano una infima minoranza in un paese largamente musulmano. Tre vescovi del Pakistan, delle diocesi di Faisalabad, Islamabad-Rawalpindi e Lahore, hanno così chiesto aiuto alla fondazione pontificia Aid to the Church in Need (Aiuto alla Chiesa che Soffre Internazionale, ACN International) per varare un piano di aiuti ai cristiani più colpiti dal lockdown dovuto al covid-19.
L´opera pontificia, fondata nel 1947 dal padre premostratense Werenfried van Straaten, ha risposto alla richiesta di aiuto approntando un pacchetto di sostegni per un ammontare iniziale di 150 mila euro. Gli aiuti, sotto forma di pacchi cibo, andranno a 5.000 famiglie cristiane pakistane, che già prima dell´inizio della crisi del coronavirus vivevano sotto la soglia di povertà. Secondo dati ufficiali (aggiornamento del 21 giugno) in Pakistan ci sono 176.617 infetti da coronavirus e 3.501 persone morte a causa del covid-19. Le due province più colpite sono Sindh e Punjab.
"Il coronavirus e il lockdown – ha commentato il presidente esecutivo dell´opera pontificia, Thomas Heine-Geldern - hanno privato i cristiani delle loro già scarse risorse per vivere, costringendoli a vivere in luoghi sovraffollati con risorse infime. Non potevamo abbandonarli alla scelta tra fame e infezione".
Lo scorso maggio, Cecil Shane Chaudhry, direttore esecutivo della Commissione nazionale per la Giustizia e la Pace, una organizzazione umanitaria di ispirazione cattolica, ha riferito all´ufficio britannico di ACN, che alcune NGO e moschee avrebbero invitato i cristiani a tenersi lontani dalla distribuzione di cibo e altre suppellettili. In Pakistan i cristiani sono spesso costretti a lavori giornalieri, i primi ad essere stati soppressi per via delle restrizioni dovuti alla pandemia di coronavirus. Oppure svolgono lavori umili che li espongono di più al rischio contagio.