Roma , sabato, 20. giugno, 2020 10:00 (ACI Stampa).
I sacerdoti italiani che hanno perso la vita a causa del Covid-19 sono stati oltre il centinaio. L’ultimo, in ordine di tempo, è un sacerdote italiano, missionario in Brasile. Si tratta di don Pierino Bodei, 80 anni, fidei donum della diocesi di Brescia. E’, secondo il quotidiano Avvenire, il 121mo sacerdote.
Tante le diocesi che piangono propri presbiteri a causa di questa pandemia. La diocesi di Piacenza-Bobbio ha pensato di ricordarli in un volume dal titolo “Compagni di viaggio” pubblicato dall’edizioni “Il Duomo”. Il volume ripropone le storie di vita di don Giovanni e don Mario Boselli, don Giorgio Bosini, don Paolo Camminati, don Giuseppe Castelli e don Giovanni Cordani perché siano ancora oggi un “lievito” che “accompagna il cammino di chi li ha incontrati”. “I sacerdoti che vengono qui ricordati hanno accolto questa grazia e hanno dedicato la loro vita a Cristo per diffondere il Vangelo di amore di misericordia”, ha scritto nell’introduzione il vescovo Gianni Ambrosio: “ognuno con un proprio carisma, con le proprie attitudini, con il proprio stile. Insieme sono stati parte del grande mosaico che è la comunità cristiana, animata dallo Spirito Santo che dà la possibilità di amare Dio senza riserve e di amare gli altri come Gesù ha amato noi”.
E ieri, solennità del Sacro Cuore di Gesù e Giornata della santificazione sacerdotale, alcune ordinazioni nella diocesi di Cosenza-Bisignano dove l’arcivescovo Francescantonio Nolè ha ordinato tre nuovi presbiteri per la diocesi: Antonio Acri, Manuel Iaccino e Rodolfo Antonio Bruschi. Altre due ordinazioni nella diocesi di Novara la settimana scorsa e altre nelle settimane prossime.
“Il nostro amore, la nostra carità pastorale è una risposta all’amore di Dio, che abbiamo nella storia conosciuto e sperimentato grazie alla storia umana di Dio nella persona di Gesù”, ha scritto in una lettera ai consacrati della propria diocesi l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Gian Carlo Perego aggiungendo che la “nostra fede in Dio, in Gesù come Salvatore e nello Spirito, nella Trinità, il nostro perseverare nella fede, cioè nella relazione con Dio ci rende capaci di amare come Dio ci ha amati, di condividere la stessa umanità, gli stessi sentimenti nei confronti del popolo di Dio a noi affidato”. E giovedì il vescovo di Albano, Marcello Semeraro e il presbiterio diocesano hanno vissuto insieme una mattinata di ritiro presso la Casa dei Padri Somaschi, ad Ariccia. La meditazione, sul tema “Chiamati nella compassione di Dio” è stata tenuta dal presule che ha ricordato che la Giornata di Santificazione Sacerdotale è istituita venticinque anni fa da papa Giovanni Paolo II che la volle collegata alla solennità liturgica del Sacratissimo Cuore di Gesù “per esserci di aiuto ‘a vivere nella conformazione sempre più piena al cuore del Buon Pastore’. È, dunque, “questo proposito di ‘conformazione… al cuore del Buon Pastore’, che oggi vogliamo nutrire e alimentare nel nostro cuore”, ha detto il presule.
Nella diocesi di Altamura l’arcivescovo, Giovanni Ricchiuti ha presieduto la Solenne Celebrazione della Santa Messa Crismale nel Santuario Maria SS. del Buoncammino di Altamura durante la quale i sacerdoti presbiteri hanno rinnovato le promesse emesse il giorno dell’ordinazione sacerdotale. La solennità del Sacro Cuore è un invito a contemplare l'amore di Dio, ha scritto il vescovo di Lamezia Terme, Giuseppe Schillaci dalla sua casa in Sicilia dove sta trascorrendo un periodo di riposo dopo il ricovero per un intervento chirurgico al “Gemelli” di Roma. “Vi penso – ha scritto - riuniti in preghiera nella nostra Chiesa Cattedrale, mi unisco a voi dal mio paese natale, dalla casa dei miei genitori dove mi trovo con mia mamma Lia. Avrei voluto tanto vivere questo momento con voi, ma non mi è ancora possibile, non sono pienamente ristabilito, necessito di un periodo di recupero e di riposo. La solennità del Sacro Cuore è un invito a contemplare l'amore di Dio. Le sue misericordie non sono finite!”. “Entriamo – ha scritto - tutti in questo amore sconfinato per imparare sempre di più. Lasciamoci condurre, lasciamoci plasmare! Gesù stesso ci invita ad andare da Lui per imparare da Lui. Da buoni discepoli sappiamo che è Lui il nostro Maestro”. Il presule invita quindi a lasciarsi, ne “nostri comportamenti” guidare da “mitezza e umiltà, dalla sua mitezza e dalla sua umiltà. I discepoli del Signore sanno dove attingere perché non si smarriscano correndo dietro altri sentimenti che nutrono stili di vita mondani che non hanno nulla a che vedere con il Vangelo perché improntati alla logica della forza, dell'arroganza, del tornaconto, del potere.