Carlo e Assisi hanno un forte legame. Perchè?
Carlo era un ragazzo estremamente semplice, anche se veniva da una famiglia importante, abituata all'agio. Le sue nonne erano nobili, era abituato a vedere belle case, bei posti. Eppure, davvero, Carlo era di una semplicità estrema. Per lui due paia di scarpe erano troppe. Bisognava aiutare i poveri, voleva risparmiare per aiutare tutti, per Carlo era inutile avere tante cose. Lui era essenziale. Per queste ragioni amava San Francesco. La sua povertà lo attirava, sopattutto era attratto dall'umiltà di Francesco. E poi Francesco era il santo dell'Eucarestia, quell'Eucarestia tanto amata da Carlo.
Infatti Carlo amava ripetere che l'Eucarestia è l'autostrada verso il cielo...
Si, ogni giorno Dio si umilia scendendo nelle mani del sacerdote. La grande umiltà di Gesù è quella virtù che ha inventato Lui. Questa umiltà di Gesù non è essere nato in una grotta, ma soprattutto il fatto che Dio dalla condizione di infinito è passato al finito tramite l'incarnazione, questo abbassamento l'ha fatto solo per salvarci. Carlo diceva che questa incarnazione si ripropone tutte le volte che partecipiamo alla Messa. Quando noi facciamo la comunione Gesù ci insegna ad essere umili. Carlo ci teneva che ci fosse questo nella società del super io, che la felicità non dipendesse dai like. Oggi uno si sente abbattuto se non ha visualizzazioni e cosi via.. siamo una società basata sul nulla. Dobbiamo parlare di Dio, perchè quando noi basiamo tutto su noi stessi arrivano le limitazioni. Ci ritroviamo con il nulla. Carlo sapeva che il nostro tesoro sulla Terra è l'Eucarestia.
Anche per questo Carlo ha voluto realizzare una mostra sui miracoli eucaristici?
Nella sua ingenuità Carlo ha realizzato quella mostra, proprio per far capire che lì c'è davvero il corpo di Cristo. Lo ha fatto con le sue poche forze e ora è stata ripresa in tutto il mondo. Carlo con il pc ha evangelizzato tutto il mondo. Questo fa capire che quando utilizziamo internet per il bene di tutti, la rete può essere un mezzo potentissimo. La mostra dei miracoli eucaristici dimostra l'amore di Dio per noi. Carlo davvero ci teneva.
Lei è la mamma di Carlo, nessuno lo conosceva meglio di lei. Carlo si sarebbe mai aspettato tutto questo amore da parte della gente?
Io non lo so... Ma Carlo era un ragazzo che aveva una simpatia straordinaria, una capacità di relazione con gli altri, un carisma speciale che gli aveva dato Dio. Aveva moltissimi ammiratori e ammiratrici, era un ragazzo che conquistava, e quindi chiaramente era amato. Era davvero molto generoso. Carlo andava tutte le sere a portare cibo e bevande calde ai poveri, comprava i sacchi a pelo, le coperte. Nel suo piccolo si era organizzato bene. Carlo era internazionale, riusciva a fare amicizia con induisti, buddisti, musulmani. Viveva in un quartiere multietnico e davvero, lui aveva una buona parola per tutti. Già da piccolo seminava amore e questo è rimasto. C'è un sacrestano della parrocchia dove abitiamo che Carlo salutava spesso. Questo ragazzo mi ha fatto avere una poesia bellissima su mio figlio, mi ha detto che non aveva mai visto un modo così speciale di essere salutato come quello
che aveva Carlo. Anche un ciao detto con carità può colpire in maniera meravigliosa. 'Meno io per lasciare spazio a Dio', diceva sempre mio figlio. La santità va mostrata nell'equilibrio e discrezione. Oggi si vuole solo apparire. Ma non è così".
Qual è stato il rapporto di Carlo con la malattia? Carlo è morto a soli 15 anni e davvero in pochi giorni...
Carlo mi diceva sempre che sarebbe morto giovane e in effetti Carlo rimarrà sempre giovane. La malattia è stata rapidissima, si pensava ad una banale influenza, e invece dopo qualche giorno aveva un'astenia profonda. Io chiamai il pediatra, Carlo aveva solo 15 anni. Lo portammo al pronto soccorso, gli fecero subito le analisi del sangue e gli diagnosticarono la leucemia fulminante. Glielo comunicarono immediatamente. 'Il Signore mi ha dato una bella sveglia' mi disse e lui capì subito che da quel pronto soccorso non ne sarebbe uscito vivo. Ma anche in quei momenti lui si preoccupava delle infermiere, dei medici, lui pensava a queste persone, a questa gente. Viveva sempre pensando agli altri. Il ricordo che ho di lui è che si è addormentato serenamente, con un sorriso bellissimo. La sua morte è stata il coronamento di una vita verso Dio. Quando arriva la malattia la gente si avvicina a Dio. Ma lui è sempre stato con Dio.
Si vocifera che Carlo potrebbe diventare patrono di internet. Lei ne sarebbe felice?
Carlo con internet ha fatto miracoli ed era davvero un genio dell'informatica. Noi abbiamo testimonianze di ingegneri sbalorditi dai suoi lavori. Ma Carlo è stato sempre precoce, la prima parola l'ha detta a 3 mesi. Se ripenso a Carlo, per me era come un adulto. In un viaggio in treno, a 11 anni, si mise a parlare con un ingegnere per quattro ore. Carlo era avanti. Erano doni che gli aveva dato Dio. Carlo utilizzava internet per evangelizzare gratuitamente. Ora si fa tutto per i soldi. Non è nello spirito evangelico, sempre pagare, pagare... il Vangelo mica si paga! Carlo non ha mai chiesto soldi, la mostra di Carlo è gratuita e scaricabile da tutti. A noi e a Carlo interessa che il messaggio di Dio sia gratuito. Internet va usato gratuitamente per il bene di tutti.
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