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Chi sono i nuovi presidenti dei vescovi di Austria e Portogallo

Tempo di assemblee generali delle Conferenze Episcopali. I vescovi di Austria e Germania si danno un nuovo presidente, i francesi affidano la nazione al Sacro Cuore di Gesù

Lackner e Ornelas Carvalho | L'arcivescovo Lackner (Sx) e il vescovo Ornelas Carvalho (dx), nuovi presidenti rispettivamente della Conferenza Episcopale Austriaca e Portoghese | Wikimedia Commons Lackner e Ornelas Carvalho | L'arcivescovo Lackner (Sx) e il vescovo Ornelas Carvalho (dx), nuovi presidenti rispettivamente della Conferenza Episcopale Austriaca e Portoghese | Wikimedia Commons

Comincia una nuova fase per i vescovi di Austria e Portogallo. L’arcivescovo Franz Lackner, di Salisburgo, è stato eletto presidente della Conferenza Episcopale Austriaca, chiudendo il “regno” del Cardinale Christoph Schoenborn, arcivescovo di Vienna, presidente ininterrottamente per 22 anni. Mentre in Portogallo, il nuovo presidente è il vescovo José Ornelas Carvalho di Setubal, che prende il posto del Cardinale Manuel Clemente, Patriarca di Lisbona.

In entrambi i casi si trattava di avvicendamenti previsti. Il Cardinale Schoenborn si è reso indisponibile per mantenere l’incarico. Ha compiuto 75 anni lo scorso gennaio, Papa Francesco, che lo stima, lo ha confermato come arcivescovo di Vienna donec aliter provideatur (finché non sarà deciso altrimenti), ma il porporato vorrebbe davvero lasciare ogni incarico, specialmente dopo l’infarto che lo ha costretto ad annullare le sue celebrazioni nel periodo di Natale.

Se la successione a Vienna sarà cosà difficile e delicata, la transizione alla guida della conferenza episcopale è stata invece facile. Al posto del Cardinale Schoenborn è stato scelto l’arcivescovo di Salisburgo, ed era questa una decisione scontata. Sono due le metropolie austriache, e Salisburgo è quella più antica.

L’arcivescovo Lackner ha guadagnato stima in Papa Francesco quando è stato scelto come visitatore della diocesi di Gruck-Klagenfurt, scossa da uno scandalo finanziario, e la sua nomina a Salisburgo era arrivata un po’ inaspettata: era l’ausiliare del vescovo Egon Kapellari a Graz, e il preferito dello stesso vescovo per la successione. Invece, la dieta di Salisburgo ne propose il nome a Papa Francesco, che la confermò.

Quella di Lackner è una vocazione tardiva. Sessantatre anni, cresciuto in una piccola fattoria nella Stiria, scoprì la sua vocazione a Cipro, dove stava servendo come soldato delle truppe austriache nei contingente delle Nazioni Unite.

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Nel 1984, è entrato nell’Ordine Francescano e preso il nome religioso di Franz, ed è diventato sacerdote nel 1991.

Nel 1999 è diventato superiore dalla provincia francescana di Vienna, e nel 2002 è stato nominato ausiliare di Graz-Seckau. È arivescovo di Salisburgo dal 2013, mentre è vicepresidente della Conferenza Episcopale Austriaca dal 2015.

Uomo di formazione accademica, insegnante di metafisica, l’arcivescovo Lackner è considerato un “pragmatico” per quanto riguarda le questioni dottrinali. Era a capo della commissione liturgica che ha dato l’ok a un testo su una possibile benedizione delle coppie omosessuali, ma anche in quel caso ha gestito la controversia con una certa pragmaticità.

Si trova ora a guidare una conferenza episcopale composta da 15 membri, con nove vescovi diocesani, che sono di riferimento per circa 5 milioni di cattolici in Austria. Tra i grandi temi da affrontare, oltre alla crisi del coronavirus, il drammatico calo delle vocazioni.

Non si può parlare di “nuova era”, invece, per la Conferenza Episcopale Portoghese, che si è riunita dal 16 al 18 giugno a Fatima. Il cardinale Manuel Clemente, patriarca di Lisbona, è stato presidente della Conferenza Episcopale dal 2013. Il nuovo presidente è il vescovo di Setubal, José Ornelas Carvalho, il quale, nelle sue prime dichiarazioni dopo il voto, ha sottolineato che i vescovi dovrebbero essere “il primo segno dell’unità della Chiesa in Portogallo” e ha fatto sapere di voler promuovere un dialogo con la società.

Il vescovo Ornelas ha affermato che la Conferenza Episcopale è “unita sui temi fondamentali”, e che c’è soprattutto bisogno di coordinare le attività congiunte in solidarietà.

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Il mandato del nuovo presidente è di tre anni, e vice presidente è stato eletto il vescovo Virgilio Antunes di Coimbra, mentre padre Manuel Barbosa è rimasto nel suo ruolo di segretario della Conferenza Episcopale e portavoce.

L'Assemblea plenaria che ha avuto luogo a Fatima ha preparato un documento che, per il vescovo Ornelas, è un "contributo" della Chiesa in Portogallo al "dialogo sociale" dall'emergenza che è vissuta a causa della pandemia covida-19.

"Dobbiamo – ha detto il nuovo presidente dei vescovi portoghesi - costruire un mondo che non sia del tutto uguale, che usi tutta la ricchezza che abbiamo, ma che sia anche in grado di sognare nuovi mondi e che impariamo da tutti gli sforzi che sono stati fatti in questo momento per costruire un'umanità migliore per tutti".

Tra le sfide da affrontare, l’organizzazione della Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà a Lisbona nel 2023, ma anche il dibattito sulla nuova legge su eutanasia e fine vita recentemente approvata.

Il vescovo Ornelas, missionario del Sacro Cuore, sacerdote dal 1981 con studi a Roma e in Germania, è stato eletto superiore generale della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù nel 2003, e lo è rimasto fino al 2015. Papa Francesco lo ha nominato vescovo di Setubal nel 2015.

Tempo di assemblea plenaria anche per i vescovi francesi. Nell’anno del Giubileo della Basilica de Le Sacre Coeur e con l’avvicinarsi della festa del Sacro Cuore il prossimo 19 giugno, i vescovi hanno rivolto una preghiera al Sacro Cuore per accompagnare la Francia in questa situazione difficile.

Nel suo discorso conclusivo dell'Assemblea; l’arcivescovo Éric de Moulins-Beaufort di Reims, presidente della Conferenza Episcopale Francese, ha affidato questa preghiera "specialmente alle comunità religiose, ai monasteri, alle persone consacrate e consacrate: vivere in povertà, castità e obbedienza dopo averlo fatto il desiderio, loro e loro sono il segno del libertas Ecclesiae , la libertà di vivere diverso dal mondo, non per condannare il mondo ma piuttosto per aiutare uomini e donne ad aprirsi alla speranza di una vita più umana che sta divinizzando. "