Abu Dhabi , venerdì, 19. giugno, 2020 10:00 (ACI Stampa).
Sarà sicuramente una transizione, ma di certo la scelta del vescovo Paul Hinder come amministratore apostolico del Vicariato dell’Arabia Settentrionale è stata dettata sia dalle circostanze che dalla necessità di garantire una continuità. Il vescovo Hinder, 78 anni e quindi già tre anni oltre l’età della pensione, va ad amministrare territori che già conosceva, aiutando il vicariato nella transizione necessaria dopo la morte per malattia del vescovo Ballin.
Ci si aspetta che ci siano due nuovi vicari, per far fronte alla situazione della regione che, per quanto cerchi buoni rapporti con la Santa Sede, non garantisce una totale libertà religiosa, per quanto le chiese siano presenti e possano essere costruite. In Bahrein si sta anche costruendo una nuova cattedrale, intitolata a Nostra Signora di Arabia, che era il sogno dello scomparso vescovo Ballin.
Il vicariato dell’Arabia Settentrionale include Kuwait, Bahrein, Qatar e Arabia Saudita. La nomina del vescovo Hinder ad amministratore apostolico del Vicariato è stata annunciata lo scorso 13 maggio e firmata dal Cardinale Luis Antonio Tagle, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.
Nato in Svizzera nel 1942, il vescovo Hinder in Arabia dal dicembre 2003, quando fu nominato vescovo ausiliare del vicariato apostolico di Arabia, che al tempo copriva le sei nazioni della Penisola Araba, dagli Emirati Arabi Uniti all’Oman, dallo Yemen al Qatar, al Bahrein e all’Arabia Saudita.
Il 21 marzo 2005, il vescovo Hinder è succeduto al vescovo Bernardo Gremoli come vicario apostolico di Arabia. Nel 2011, il vicariato si divise in Vicariato per l’Arabia Settentrionale e Vicariato per l’Arabia Meridionale, e il vicariato dell’Arabia Settentrionale fu affidato al vescovo Camillo Ballin, che era vicario apostolico in Kuwait dal 2005. Il vescovo Ballin trasferì poi la sua residenza in Bahrain nel 2012, per ragioni logistiche. Ed è lì che ha cominciato il progetto di una nuova cattedrale, dopo che ha anche ottenuto l’approvazione per il culto di Nostra Signora di Arabia.