Roma , martedì, 16. giugno, 2020 14:00 (ACI Stampa).
Il coronavirus è ufficialmente arrivato anche in Malawi. È iniziata la lotta contro il tempo per prevenire e arginare più possibile il contagio in uno dei paesi più poveri dell’Africa Sudorientale. A preoccuparsi del grave fenomeno della povertà in Malawi, e ora anche della pandemia da coronavirus, è Don Marco Briziarelli, giovane sacerdote perugino, presidente dell’associazione “Amici del Malawi Onlus”, una delle principali realtà missionarie dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve. ACI Stampa ha intervistato Don Marco.
Don Marco, "Amici del Malawi di Perugia" cos'è e come è nata?
L’associazione “Amici del Malawi” è una Onlus iscritta nel registro delle associazioni di volontariato della Regione Umbria dal 15 maggio del 2002. E’ una Onlus di estrazione cattolica, costituitasi per volontà dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, per intervenire a favore della Diocesi di Zomba in Malawi. Tutto ebbe inizio nel 1974, quando si incontrarono casualmente in treno, in viaggio verso Roma, due sacerdoti: Padre Aristide Duccio Stefani, missionario comboniano nello sperduto villaggio di Muloza alle pendici del Monte Mulanje (Malawi), e don Gino Vicarelli, Parroco di Ponte Felcino (Perugia). Tra i due nacque una bellissima corrispondenza epistolare divenuta con il tempo una vera e propria amicizia, che si concretizzò negli anni a venire in una intensa attività che coinvolse tutta la Parrocchia di Ponte Felcino e molti altri simpatizzanti (raccolta e invio di indumenti, medicinali e denaro a sostegno dei progetti di Padre Duccio). Don Gino non ebbe il tempo di vedere realizzato il suo sogno di recarsi in Malawi, perché morì improvvisamente il 10 gennaio 1982. Tuttavia l’opera continuò, grazie all’impegno di suo fratello Andrea e di don Remo Bistoni, che da don Gino aveva raccolto il “testimone”. Nel 1983 loro due, insieme a don Mario Ceccobelli (ora vescovo emerito della diocesi di Gubbio) nuovo Parroco di Ponte Felcino, con 14 volontari intrapresero il primo avventuroso viaggio per conoscere la realtà in cui operava Padre Duccio che, nel frattempo, era stato trasferito in un altro sperduto villaggio, nella savana malawiana: Chipini.
Quali sono stati i primi interventi in Malawi?
I primi interventi furono di modesto impegno economico, ma di grande impatto sociale: collegamento con la rete elettrica e telefonica, costruzione di qualche pozzo, installazione di due mulini per la macina del mais, miglioramenti nella scuola elementare di Chileka confinante con Chipini. Tuttavia la gravissima situazione sanitaria e la mortalità infantile assai elevata suggerirono a Padre Stefani e a Don Remo l’idea di un presidio sanitario, un dispensario per la distribuzione di medicinali. Il grande impegno di don Remo e di tutta la diocesi di Perugia che si sentì coinvolta dal suo entusiasmo, unitamente a Caritas Italia e al nostro Governo, trasformarono l’idea di un piccolo dispensario nella realizzazione di un vero e proprio ospedale“Chipini Health Center”, inaugurato nel 1989, costituito da 30 piccoli edifici e tutt’ora in piena funzione nella cura e prevenzione delle due piaghe che falcidiano la popolazione africana: Malaria e HIV. Il 25 agosto del 1991 una delegazione della Diocesi Perugino-Pievese guidata dall’Arcivescovo Mons. Ennio Antonelli, ratificò il patto di amicizia-gemellaggio tra le due Diocesi, sottoscritto dai 30 componenti, sacerdoti e laici. Da questo ha avuto inizio la storia della nostra Associazione che negli anni ha visto e vede il sostegno di tante realtà istituzionali quali la Regione dell’Umbria, la Provincia e il Comune di Perugia, l’Azienda Sanitaria di Perugia, l’Azienda Sanitaria di Terni,la FEDERFARMA Umbra, l’AFAS, l’Associazione Medici Cattolici, la Facoltà di Agraria dell’Università di Perugia; il sostegno di tante aziende private, ma soprattutto il sostegno di soci, di tantissimi donatori e volontari che con il loro sì quotidiano totalmente gratuito e i loro piccoli risparmi permettono il sostegno e la sopravvivenza dei tanti progetti attivi. L’Associazione da statuto non concederimborsi a nessuno e ogni viaggio e azione in terra Africana o in terra Italiana è totalmente a carico dei volontari a partire dal presidente; questo ci consente dei costi di gestione che sfiorano appena il 2% garantendo di fatto l’invio totale di ogni donazione ai progetti.