Città del Vaticano , sabato, 13. giugno, 2020 12:00 (ACI Stampa).
“Il grido silenzioso dei tanti poveri deve trovare il popolo di Dio in prima linea”. In un mondo in cui tutti “ci siamo riscoperti più poveri” a causa della nostra fragilità di fronte la pandemia, Papa Francesco chiede ancora una volta di tendere le mani verso i poveri. Lo fa nel messaggio per la Giornata Mondiale dei Poveri, il cui tema quest’anno è il passo del Siracide “Tendi la tua mano al povero”.
Nata a seguito dell’Anno Santo Straordinario della Divina Misericordia, la Giornata Mondiale dei Poveri si celebra ogni anno nella XXXIII domenica del Tempo Ordinario. Organizzata dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, negli scorsi anni si è distinta anche per lo stabilimento di un presidio medico – sanitario per i poveri in piazza San Pietro e per un grande pranzo per i poveri nell’Aula Paolo VI dopo la Messa del Papa e l’Angelus della domenica. Da vedere, il prossimo novembre, in quale modo queste iniziative avranno luogo, perché ancora non si sa se saremo in emergenza per la pandemia.
Il messaggio, ricorda l'arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, viene presentato "nella festa liturgica di sant’Antonio da Padova, patrono dei poveri, manifesta che quanto possiamo compiere è sempre sotto la grazia di Dio che accompagna la vita dei credenti e la storia degli uomini".
Nel messaggio, Papa Francesco ricorda che “per celebrare un culto che sia gradito al Signore, è necessario riconoscere che ogni persona, anche quella più indigente e disprezzata, porta impressa in sé l’immagine di Dio” e per questo “il tempo da dedicare alla preghiera non può mai diventare un alibi per trascurare il prossimo in difficoltà”, e “la generosità che sostiene il debole, consola l’afflitto, lenisce le sofferenze, restituisce dignità a chi ne è privato, è condizione di una vita pienamente umana”.
Papa Francesco ricorda che l’incontro con una persona in condizione di povertà “sempre ci interroga”, ci fa pensare a come poterla aiutare sia nella sua sofferenza che nella sua povertà spirituale. Ammonisce il Papa: “Per essere di sostegno ai poveri è fondamentale vivere la povertà evangelica in prima persona. Non possiamo sentirci a posto quando un membro della famiglia umana è relegato nelle retrovie e diventa un’ombra”.