Città del Vaticano , lunedì, 8. giugno, 2020 18:00 (ACI Stampa).
“In che senso voi, universitari, siete invitati a lavorare nella vigna personale della vostra vita, in questo periodo per voi così importante e decisivo? (…)
L’umanità ha bisogno di personalità equilibrate, mature, generose, comprensive, superiori ad ogni egoismo. E questo è proprio il tempo prezioso della vostra formazione intellettuale, morale, affettiva, per i compiti che vi attendono nella società e per quelli che assumerete un giorno nella famiglia che sarete chiamati a formare e che fin da oggi deve polarizzare le vostre energie morali, al fine di essere domani quei padri e quelle madri che Dio vuole, che la Chiesa attende.
Impegnatevi nell’approfondimento della vostra fede cristiana. L’odierno vivo contrasto delle varie mentalità derivate da diverse filosofie e il pluralismo ideologico esigono una più profonda e chiara conoscenza della propria fede per poterla vivere e testimoniare con più serena convinzione. Al di là delle tensioni e delle crisi, provocate dalle ideologie anti o acristiane, c’è oggi tanto bisogno di studio serio e metodico della Rivelazione, per comprendere che non c’è contrasto tra fede e scienza, e come la scienza nelle sue applicazioni deve anche essere illuminata dalla fede. Questo deve essere anche il vostro gioioso impegno di Universitari! Impegnatevi, infine, a vivere in “grazia”!”
Era il 18 dicembre 1979, Giovanni Paolo II inaugurava una tradizione che lo ha accompagnato per tutto il pontificato ed è proseguita anche nel pontificato di Benedetto XVI: l’incontro con gli universitari romani prima di Natale.
La attenzione al mondo universitario è stata fondamentale nel pontificato di Giovanni Paolo II che da giovane del resto aveva insegnato all’università e nella pastorale giovanile aveva investito molto tempo nel suo periodo come vescovo di Cracovia.