Accra , mercoledì, 3. giugno, 2020 18:00 (ACI Stampa).
Il coronavirus si sta inesorabilmente allungando verso l’Africa, ed è corsa contro il tempo per fermare il dilagare della pandemia che provocherebbe una strage dalle dimensioni catastrofiche, una preoccupazione fortemente sentita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, colpita dal trend crescente osservato: 52 Paesi finora toccati dal virus, per un totale di oltre 33.200 contagi, con 1.470 morti.
E molti Stati stanno prendendo precauzioni per evitare la pandemia come ha fatto il Ghana, tantoché domenica 31 maggio il presidente del Ghana, Akufo-Addo, a proposito della situazione del coronavirus, ha precisato le misure che il governo sta mettendo in atto per frenare la diffusione del virus: “Il consenso della consultazione delle parti interessate raccomanda un approccio graduale per allentare le restrizioni anti Covid-19”. Quindi fino all’ultima domenica di maggio nel Paese sono stati effettuati 218.425 test anti Covid-19, dai quali risultano 5.087 positivi; 2.947 guariti e 36 deceduti.
Per comprendere meglio la situazione ghanese abbiamo contattato don Nicola Ciarapica, missionario salesiano a Sunyani, capoluogo della regione di Brong-Ahafo, chiedendo di raccontarci la situazione nel Paese: “Le megalopoli più infettate (Accra, Kumasi, Kasoa) sono state dichiarate dal presidente Akufo-Addo ‘zona rossa’ per tre settimane e i confini chiusi fino a data da destinarsi. Il Governo dal 19 aprile ha revocato il blocco parziale della capitale e delle altre due metropoli chiave del paese iniziando a preparare la popolazione a convivere con il virus. Nel Paese ci sono ampie regioni dove non si riportano ancora casi di infezione come qui a Sunyani! Diciamo che siamo ancora agli inizi, la diffusione è lenta; i casi che hanno bisogno di attenzione medica sono pochi e fino ad ora pochissimi i deceduti solo lo 0,5%!
Inoltre da venerdì 5 giugno, il Ghana inizierà l’attuazione di un graduale allentamento delle restrizioni: gli studenti universitari dell’ultimo anno dovranno presentarsi a scuola il 15 giugno 2020; le diverse fedi religiose possono iniziare il culto comune, rispettando i protocolli di allontanamento sociale e igiene. Tutte le scuole, sia private che pubbliche, rimangono chiuse. Solo gli studenti dell’ultimo anno possono accedere a tali strutture. Possono essere organizzati matrimoni con non più di 100 ospiti; mentre le attività politiche pubbliche, ad eccezione dei raduni, potranno riprendere con meno di 100 persone, osservando i protocolli di allontanamento sociale e igiene”.
In tale situazione in quale modo la Chiesa è vicina alla gente?