Camerino , martedì, 2. giugno, 2020 13:56 (ACI Stampa).
Martedì 2 giugno a Camerino è in festa per Santa Camilla Varano, anche se le celebrazioni hanno subito ‘necessarie’ riduzioni, come hanno sottolineato le Clarisse della città, chiedendole di ‘imparare a vivere il coraggio della paura’: “in questo anno colmo di ‘faticosi imprevisti’ anche noi abbiamo dovuto ripensare l’annuale appuntamento con le celebrazioni per la festa di Santa Camilla Battista. Il Triduo è stato sospeso ma il 2 giugno Solenne Celebrazione nella nostra chiesa con 40 posti e la diretta streaming sulla pagina facebook ‘Amici delle Clarisse – Camerino’. Sarà una rinnovata occasione per affidarci ancora una volta con fiducia e speranza alla nostra santa”.
Figlia del principe Giulio Cesare da Varano nasce a Camerino il 9 aprile 1458 e all’età di 23 anni, il 14 novembre 1481, abbraccia la regola delle Clarisse di Urbino, prendendo il nome di suor Battista e potendo vestire l'abito dell'Ordine. Poco dopo fonderà a Camerino un monastero di cui diventerà abbadessa. Famoso fu il suo libro ‘I dolori mentali di Gesù nella sua Passione’. Divenne un punto di riferimento per tutta Camerino. Morì il 31 maggio 1524 durante un’epidemia di peste: “Mi hai risuscitata in Te, vera vita che dai la vita a ogni cosa vivente”.
A p. Pietro Messa, preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani presso la Pontificia Università ‘Antonianum’ di Roma e membro del Comité scientifique ‘Sources franciscaines’ di Parigi, abbiamo chiesto di raccontarci l’itinerario spirituale di santa Camilla: “Camilla è stata educata dal padre Giulio Cesare Varano, signore di Camerino, secondo la mentalità classica. Ascoltando da piccola la predica di un francescano accolse l'invito a versare ogni venerdì una lacrima per Gesù crocifisso. Tale piccolo gesto divenne l'occasione di una affezione totalizzante al Signore per cui si fece clarissa, ossia monaca di clausura”.
In quale modo ha sostenuto lo sviluppo dell'osservanza francescana?
“A dire il vero fu l’osservanza francescana a sostenere il suo cammino di fede, dall’altra parte scrivendo ‘Il felice transito del beato Pietro da Mogliano’ fu una delle prime donne che scrisse un’agiografia del proprio direttore spirituale. Infatti precedentemente erano i frati che scrivevano le vite sante delle loro penitenti, come nel caso di santa Margherita da Cortona”.